Allora.
Ho letto "Alienati" di Massimo Mongai. Avevo già letto un altro romanzo di questo autore (Il gioco degli immortali) ed era stata una piacevole sorpresa: un italiano che scrive della fantascienza come si deve, o quasi. Ma questo Alienati ho faticato a digerirlo. Ero stato messo in guardia da qualche post negativo su Anobi ma alla fine mi sono detto "Ma sì, perchè no, tanto lo prendo in biblioteca".
L'idea di partenza è buona: in un futuro non meglio precisato si svolge una sorta di convegno inter-specie aliene sul tema della pazzia. Ma poi come si evolve il romanzo? Abbiamo dei personaggi male abbozzati, un ritmo che nella prima parte langue mostruosamente e soprattutto delle scelte linguistiche incomprensibilmente provinciali. Mi spiego. Una razza aliena di insettoidi la chiama Ko-che-naellae (coccinelle?), un'altra di alieni sempre interessati ai fatti degli altri Pettegulew (pettegole?) e poi l'anestetico che rifilano a tutti quelli nervosi Gruppuw (grappa?); ma dai! Ma un minimo di fantasia lo potevi impiegare.
Insomma mi è dispiaciuto perchè era una storia con un bel potenziale che mi è sembrato inespresso prima e malamente impiegato poi.
Alla fine il libro lo leggi perchè vuoi sapere come va a finire, ma se devo dire la verità, io la fine manco la ricordo.
F.