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mercoledì 30 settembre 2015

Da leggere...

Ecco  il risultato dell'ultimo saccheggio della libreria dei miei suoceri.

Da un po' di tempo non leggo nulla di analisi transazionale.

È ottimo per rinfrescarsi la memoria.

lunedì 28 settembre 2015

l'appello


comunicato stampa

Lunedì 12 ottobre 2015, alle ore 21 presso il Piccolo Teatro di Giulietta (Teatro Nuovo/Cortile di Giulietta) si presenterà il nuovo romanzo collettivo prodotto dal corso di Scrittura Creativa tenuto da Marco Ongaro per la Scuola di Teatro del Teatro Nuovo.

L’Appello (Bonaccorso Editore) suggerisce una miriade di variazioni su un tema da cui i partecipanti si allontanano con ostinazione nel tentativo di avvicinarsi.

Molti sono i personaggi invitati al matrimonio di Vera e Franco, nessuno di loro condivide il cammino annunciato, tutti si muovono sopra o sotto le righe, nelle pieghe di un’esistenza fremente di volontà, tedio, casi, repulsioni e desideri incontrollati. Gli sposi stessi sembrano agitarsi nella schiera dei convocati, non come protagonisti ma come convenuti a un incontro designato da una forza superiore, verso chiarimenti che portano nuova confusione e precisazioni che intorbidano ancora di più le acque.

domenica 27 settembre 2015

Il cavaliere inesistente

Ho finalmente finito di leggere "il cavaliere inesistente" di Calvino, terminando così la trilogia dei nostri antenati che mi premeva davvero leggere.
Si può dire che questo terzo romanzo sia il più fiabesco dei tre. Il più simbolico e quindi quello più difficile da interpretare.
E sebbene io stesso me lo sia trascinato per un po', è un romanzo che consiglierei.

Leggerò altro di Calvino perché se ne dovrebbe leggere tutta l'opera.

Ma adesso mi butto su "Ciao...e poi?" di Berne. È un saggio sull'analisi transazionale. Ogni tanto ognuno di noi dovrebbe rinfrescarsi la memoria con l'analisi transazionale e sottoporre il proprio comportamento ad un controllo di routine; un po' come quei controlli medici che si prescrivono ad una certa età.

Volevo scrivere qualcosa su "Il Barone rampante" e avevo anche iniziato il post per poi lasciarlo in bozza. È ancora in memoria. Volevo tentare un'analisi junghiana del fallimento del rapporto tra il barone e la sinforosa, che è il vero dramma di quel romanzo nonché vero punto di svolta della narrazione. Ho desistito per una serie di motivi e fatti contingenti. Mi riprometto di completare il post aggiungendoci anche qualcosa di Berne.

Non mi dò una scadenza. Chi vivrà vedrà. Anzi leggerà.

Bye.

sabato 26 settembre 2015

La domanda è...

La domanda è: come liberarsi dei pensieri del lavoro che ti angosciano il sabato mattina?

Risposta: dormendo.

Mi è bastato dormire, e ho dimenticato i pensieri di lavoro che mi stavano angosciando.

venerdì 25 settembre 2015

Giornata lunga...

È stata una giornata lunga. Sono troppo stanco per scrivere. Una giornata così pesante non la vivevo da un po'.
Meno male che è finita.
Buona notte.

giovedì 24 settembre 2015

Il tritadocumenti

Oggi ho litigato con il trita documenti.

Mi spiegate a che serve un trita documenti?

Per quanto mi riguarda vedo solo due utilizzi: distruggere documenti che contengono informazioni e dati sensibili e distruggere documenti compromettenti. Il primo è un uso legale, il secondo non proprio.

È chiaro che io lo uso soprattutto per il primo scopo.

Non sono pregiudiziosamente contrario al trita documenti, anzi il fatto che abbia un solo tasto, una sola fessura e uno spinotto me lo rende anche simpatico.
Per inciso odio il fax. Non l'ho mai sopportato. Uso la mail e lo scanner ogni giorno, ma il fax no; mi rende nervoso. Il fax mi angoscia. È arrivato o no? Uno dice c'è la ricevuta. E vabbe' e se non stampa la ricevuta? No, il fax non mi piace. Ho un vuoto nella mia formazione tecnologica: sono passato dal telefono al pc saltando il fax e ora non riesco ad interiorizzarlo.  Ma poi, diamine, chi usa ancora il fax?

Comunque, sto divagando...

Oggi dovevo sbarazzarmi di un questionario di 36 pagine con dati statistici obsoleti che non volevo semplicemente buttare nella carta. Così ho optato per il suddetto trita documenti con esiti disastrosi. Passano i primi fogli, passano i secondi, il terzo gruppo no. Si blocca tutto. Mi è già successo, niente panico, basta solo aprirlo e tirare indietro i fogli. Questa volta, però, non è stato così semplice.
I fogli non volevano uscire. Ho iniziato a tirarli sia in un senso che nell'altro; li ho strappati in pezzetti ed è stato un errore grave; ho provato a spingere i rimasugli incastrati con una penna, poi con delle forbici, infine con un cacciavite trovato in un cassetto (che ancora non so come ci sia finito, ma è sempre provvidenziale).

Ad un certo punto, la mia coscienza, con la voce di un'anziana catechista delicata, mi ha detto di lasciare stare e pensare a qualcos'altro ( lavorare, ad esempio?). No! Ho pensato. Non lo lascio così  metà. E ho continuato a strappare pezzetto dopo pezzetto fino a ripulirlo completamente.

Dopo un'ora circa, quando ho liberato ogni fessurina, ho richiuso il tutto, riattaccato la corrente e l'ho accesso. Niente. Spia rossa e nessun movimento né rumore. Okay, ho pensato l'ho rotto. Poco male, me lo detrarranno dallo stipendio.

Dopo un'altra ora ho provato ad accenderlo di nuovo, a volte capita che si sblocchi da solo, ed infatti così è stato.

E questa è stata la parte più eccitante della giornata.

Va bene, ho capito.
Ho capito.

Ho bisogno di andare di nuovo in ferie.

mercoledì 23 settembre 2015

Kcal?

Quante kcal ai consumani in una sessione di 10 minuti di fruit ninja? Sto parlando della versione per Xbox, mon per cellulari o tablet, ovviamente.

Con questa domanda mi addormentero' questa notte.

martedì 22 settembre 2015

Bah!

Sollevo la mano e dico "bah".

Non ho nulla da scrivere stasera, ergo scriverò di nulla.
No, sul serio, ho in mente un'immagine che potrebbe andare bene per un racconticchio di fantascemenza e ce l'ho da tutto il giorno. Quasi quasi provo a buttare giù qualcosa, piuttosto che cazzeggiare sul blog.

Il correttore automatico segna rosso! AAARRRGGGHHH! E' troppo indietro rispetto all'evoluzione del linguaggio. Un giorno il verbo "cazzeggiare" sarà membro di diritto del lessico della lingua italiana e nessun correttore potrà sindacare nulla.

Ahimè, dico. Ma sto ascoltando la radio sul web (virgin radio classics) e non riesco a concentrarmi su quello che scrivo.

Ho avuto altre opinioni negative sull'Expo, al lavoro, da qualcuno che conosceva qualcun'altro che c'era stato. Attendibile, direte voi. Vabbé, io le detesto le frasi del tipo: "conosco uno che..", o "mio cugino/fratello/zio/nonno in cariola c'è stato/ha visto/ha saputo..." e così via. Ma questo passa il convento oggi pertanto non stiamo a sottilizzare.

MCA ci vorrebbe tornare. Mah, dico io e pure bah. Che fare? A parte il costo economico ma anche lo sbattimento del viaggio e le code e tutto il resto, dove lo mettiamo. Non penso che ci torneremo. Anche se a quanto pare ci siamo persi i padiglioni più belli. Bah.

Ma che vuol dire "bah"?

Boh?

Comunque, eccoci qui a riempire di caz...e il blog. E non può essere altrimenti. Quasi quasi mi metto a scrivere quell'ideuzza che mi era venuta sul racconto di fantascienza.

Buenas noches.

lunedì 21 settembre 2015

Ossa rotte

Sono un catorcio. Le mie gambe risentono ancora della lunga camminata all'Expo.

Oggi 9 ore di lavoro e per finire in bellezza la giornata, riunione di condominio.

A questo punto scrivo o mi butto sul divano con Mca a guardare le repliche di Gray's anatomy?

Scelgo la seconda solo per mangiare un maxibon e mandare al diavolo la dieta.

Ciao ciao.

domenica 20 settembre 2015

Expo? Mah.

Sono in treno e sto per tornare a casa. Come annunciato ieri, sono stato all'Expo.
Un giudizio? Mah.

Mi chiedo: ma che cos'è questa expo? Mah.

Può darsi che non abbia capito eppure la sensazione che provo è di aver assistito a qualcosa di poco concreto. Sarà anche che oggi non era un giorno indicato, troppa troppa gente; code di più di ore davanti ai padiglioni più gettonati ed estrema difficoltà nel trovare un posto dove mangiare che non fosse stracolmo.
Così ci siamo buttati sui padiglioni dei paesi minori che ovviamente offrono molto poco, se si eccetuano le solite chincaglierie che si trovano anche nelle bancarelle estive.

Abbiamo fatto anche tre padiglioni di paesi importanti ma la sensazione è pressoché la stessa. Anzi usciti da questi si pensa: "sì, ma che abbiamo visto?"

Insomma entrate in un padiglione qualunque e vedete: video, foto, pochi cartelloni esplicativi con numeri sui principali prodotti alimentari di quel paese, e se siete fortunati qualche prodotto artigianale.

Ma allora cos'è 'sto expo? Cosa si espone? È l'esposizione universale di che cosa? Soluzioni per la penuria di cibo? Ricette tipiche? Non l'ho capito.

Si vede tanta gente, si entra nei padiglioni per farsi fare il timbro sul passaporto (5 euri il costo del finto documento), e si smarrisce il senso del resto.

Si ammirano le strutture, certo sono belle, ma non è un'esposizione di architettura.

Forse si dovrebbe dedicare più tempo a leggersi tutte le didascalie, e sai che palle! Se no, alla faccia dell'alimentazione,  si rischia veramente di tornare a casa a bocca asciutta.

Bon voyage (et bon apetit).

Domani: expo

Mi sono addormentato sul divano. Finiti i preparativi per domani. Visita all'Expo!

venerdì 18 settembre 2015

Orlando city Soccer club

Sino state finalmente assegnate le squadre per il prossimo campionato sociale a coppie di subbuteo.
Orlando city Soccer club. Sarà la mia squadra. Prima maglia viola, seconda bianca.

Vedremo...

giovedì 17 settembre 2015

Ahimè, anche oggi sono troppo stanco...

Ahimè, anche oggi sono troppo stanco per scrivere.

Ho passato ore questo pomeriggio su una pratica di cui alla fine mi son detto: bene, è venuta fuori una mezza ciofeca; farò la figura del pirla di fronte al mio superiore. 

Così giù di morale me ne sono andato a casa e per tutto il tragitto in macchina, ho pensato e ripensato al problema. Poi sono arrivato ad una conclusione e mi sono detto: poiché non morirà nessuno, il peggio che mi possa capitare è che la pratica sia da correggere, cosa che potrà benissimo fare (e forse farà il mio capo). 
L'esito di tutto questo, il peggior esito, è che venga considerato un coglione.
Quindi chi se ne frega. 

"Chi se ne frega" è una frase magica. Potente. Chi la pronuncia ha il potere di mandare tutto all'aria in modo arrogante. Oppure ha il potere, ed è quello che sicuramente preferisco, di ridimensionare le cose al loro giusto peso. Perché bisognerebbe avere sempre presente che le cose hanno un loro peso e nella maggior parte dei casi, nella stragrande maggioranza dei casi, forse nella quasi totalità dei casi, tutto ciò che ci angoscia è molto meno importante di quanto possa sembrarci. 

E va bene farò la figura del pirla e allora? Potranno esserci serie ripercussioni? Oggi pomeriggio mentre stavo in macchina sulla via del ritorno, ho iniziato a farmi il solito film. Quel tipo di film, in cui si portano delle situazioni alle estreme conseguenze. In pratica si inizia con un fatto che suscita angoscia e lo si collega subito a qualcos'altro che dovrebbe seguire come in un rapporto causa-effetto. E poi anche un altro, e un altro e così via. Fino ad arrivare a perdersi in una girandola di eventi, ovviamente tutti negativi. 

Per fortuna mi sono fermato in tempo. Ho usato il "chissenefrega". Sono arrivato subito alla conclusione, saltando tutti i passaggi spaventosi. Esito finale? Perderci la faccia. Vabbè, allora chissenefrega. 

Ecco fatto. Un po' della tristezza se n'è andata. 


mercoledì 16 settembre 2015

ieri notte...

Ieri notte sono stato alzato fino a tardi a vedere la quarta stagione di How I met your mother. Non ho resistito. Alla fine di ogni puntata mi dicevo, adesso smetto e vado a letto e invece sono arrivato fino in fondo. 

Oggi giornata lavorativa lunga. Non ho avuto un attimo di tregua, quasi sempre a contatto con il pubblico. 

A casa tutto tranquillo invece. Mdl ha ripreso la scuola materna. Primo giorno e maestra nuova. Spero che si trovi bene. 

Adesso? 

Sto leggendo "il cavaliere inesistente" di Calvino. Ho deciso da un po' di leggere prevalentemente i classici della letteratura, primo perché non li ho mai letti (o ne ho letti pochi, purtroppo) e secondo perché penso: perché rischiare di leggere una ciofeca quando si può leggere qualcosa quasi sicuramente di elevata qualità? 

Poi lo che "de gustibus...eccetera eccetera", ma intendiamoci. E' molto più probabile che un classico (così li chiamo io quei libri che hanno fatto la storia della letteratura) dia un qualcosa che un romanzetto più recente non potrà mai dare. 


Ne ho almeno altri due pronti sul comodino: 
I malavoglia di Verga.
I tre moschettieri di Dumas.

Il tutto tempo permettendo. Leggo quasi sempre a letto, o in bagno, e finisco spesso per addormentarmi, a letto non in bagno. Così vado a rilento. Dopo una giornata di nove ore di lavoro. E' facile finire a letto e addormentarsi dopo poche pagine. Una cosa infatti rimpiango di quando ero giovane. La possibilità di leggere di pomeriggio, steso sul letto. Ore liete che adesso non posso più concedermi se non quando sono in vacanza. 

Buona notte.








martedì 15 settembre 2015

Non molto da dire...

Non ho molto dire oggi.

Man. City - Juventus 1-2. Ecco questo lo scrivo. Così me lo ricorderò. 
Intanto la partita non l'ho vista perché una simpatica tv a pagamento ha comprato i diritti della champions league e tanti saluti a chi non ce l'ha. 

Mattinata buona, trascorsa con Mdl in bici. Pomeriggio sfigato di lavoro sfigato. Sera a nanna presto? Non credo, sono diventato un drogato di "How I met yuor mother" (E alla fine arriva mamma). 

Ho un nuovo scopo nella vita: guardare tutte le puntate di HIMYM. 

Lo so mi accontento di poco. 

Ciao Ciao.

lunedì 14 settembre 2015

Un'altra lunga giornata di lavoro è finita e non tornerà mai più

E' stata una lunga giornata di lavoro. La cosa più bella di una giornata così è che alla fine, finisce. 
Ma basta parlare di questo. Non voglio che questo blog, consacrato al sano cazzeggio, diventi un muro del pianto. Che noia, smettiamola di lamentarci. 

Dunque. Non ho niente da scrivere. Il che è vero in senso lato. Non solo sul blog, ma anche di narrativa. Che si fa? 
Si scrive e basta. In realtà l'idea per un raccontino mi era pure venuta l'altro giorno, ma non so se riuscirò a concretizzarla. E' che tutti 'sti raccontini mi sembrano tante seghe mentali. Un tipo di fantasie ad occhi aperti che invece vengono registrati su carta, pardon, sul pc.

Mah? Il tutto è un grande "mah". 

C'è una frase che mi perseguita da un po' di tempo. Continua a tornarmi in mente e non riesco a ricordare dove l'ho letta, o sentita. In un libro? In un film? Ho anche il sospetto di averne storpiato il senso originale. Probabilmente faccio confusione con qualche citazione. 

La frase è questa:

LA REALTA' E' CIO' CHE E', NON CIO' CHE DOVREBBE ESSERE. 

Vi giuro che continua a ronzarmi nella testa. Me la ripeto spesso come un mantra. Ammetto che ha un effetto calmante. Credo che il suo significato sia che le cose non sono come vorremmo che fossero o come crediamo che debbano essere, ma come sono e basta. Non si può controllare la realtà perché ha una sua "anima", e va' accettata per quello che è. 

Vale anche per le persone, anzi proprio per queste va benissimo: 

LE PERSONE SONO QUELLO CHE SONO, NON QUELLO CHE DOVREBBERO ESSERE.

Oggi sono sul filosofico andante. Davvero si adatta bene. Eccone il senso: non possiamo pensare di controllare il prossimo e aspettarci che agisca come vogliamo ma dobbiamo capirlo e accettarlo per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti. 

Ma dove è finito il sano cazzeggio di cui sopra? 

Queste frasi si adattano ad un'altra massima che potrebbe essere un corollario alla frase precedente. 

NON SI POSSONO CONTROLLARE I SENTIMENTI

Qui urge una spiegazione. Cosa vuol dire che non si possono controllare i sentimenti? Vuol dire che i sentimenti (così pure le emozioni), per la loro natura sono spontanei e quindi incontrollabili e gestibili, o come si dice in psicologia elicitabili.
Prendiamo una frase paradigmatica: "dovresti divertirti a fare...". E' una castroneria. Viola proprio il principio che i sentimenti, in questo caso il divertimento, non è dovuto. Non ci si dovrebbe divertire a tutti i costi. Se una situazione non piace, non piace. Punto e basta. 
Oppure: "dovresti amare..." e così via con tutte le variazioni che volete. Vi sembra strano? Pensateci. Se una cosa piace a voi, o voi l'amate, perché dovrebbe piacere (essere amata) anche agli altri (dagli altri)? Per la morale forse? Per quale ragione? 

C'è una massima più antica che sintetizza il concetto, e forse con il passare del tempo se ne è ridotto troppo il significato a un mero giudizio sul piacere estetico, o sulle modalità di sollazzarsi di ognuno. In realtà il suo senso  può comprendere anche la frase precedente.

La massima è questa: 

DE GUSTIBUS NON DISPUTANDUM EST.

Anglofili schifosi, beccatevi questa. 

domenica 13 settembre 2015

Angolo della mente?

Ovviamente non ho congelato un bel niente. Il pensiero del lavoro mi ha accompagnato dal risveglio in poi per quasi tutta la giornata.

sabato 12 settembre 2015

Juventus - Chievo

Ho visto la partita. Mi sono addormentato dutante il secondo tempo per circa 30 minuti. Nonostante questo, devo ammetterlo,  la Juventus non meritava il pareggio. Mi dispiace, ma meritava la sconfitta.

I bianconeri mi sono sembrati deconcentrati e disorganizzati. Il Chievo è una squadra insidiosa, con schemi imparati a menadito e ripartenze fulminee.

A parte questo, su eurosport trasmettevano la finale femminile dell'Open americano di tennis. L'evento straordinario è che sono andate in finale due italiane. Ovviamente se fossimo in un mondo ideale, la partita l'avrebbe trasmessa la rai.

Il mantello

Bisognerebbe avere la capacità, una volta arrivati a casa, di scrollarsi di dosso tutti i pensieri del lavoro, come se ci si togliesse un mantello. C'è chi ci riesce. Io no.

Tre settimane fa avevo chiesto ad un collega dei dati per una statistica ufficiale. Avevo specificato che mi servivano entro oggi. Ovviamente  non ho avuto nulla, nonostante abbia inoltrato più di un sollecito.

Sono queste piccolezze che mi rovinano il venerdì sera. Mi piacerebbe tornare a casa e passare un weekend in santa pace. Invece si va ad incistare in qualche angolo della mia mente il pensiero della statistica, dell'indifferenza del collega e del lavoro in generale.

È difficile congelare quell'angolo e lasciare attivo tutto il resto.

So già che ogni tanto nel corso del fine settimana riemergerà il lavoro ad erodere
il mio tempo prezioso.

giovedì 10 settembre 2015

Riposo

Causa richiesta supplichevole di Mca ho dovuto rinunciare ad andare al club.

Resto in attesa di novità sull'imminente campionato sociale.

Intanto preparo la squadra...

mercoledì 9 settembre 2015

Questo blog e lo scrivere

Dopo nove ore di lavoro, un'ora di pausa pranzo, e una mezz'ora circa di tragitto casa lavoro e lavoro casa, questo blog è un'istigazione a scrivere.

Sto tenendo fede al patto stipulato con me stesso di postare ogni giorno e ne sono fiero. Ma lo sarei di più se riuscissi a scrivere qualcosa di narrativa. C'è una parola chiave dietro alla capacità di creare una storia, racconto o romanzo che sia: continuità. Sì, è l'essere costanti nel produrre, persistere e mai desistere, anche se quello che si scrive non soddisfa. Non importa il risultato, arriveranno i risultati, ciò che conta è tenersi in allenamento. La scrittura si esercita come un muscolo.

Ma nove ore di lavoro sul groppone sono tante. Non ho ancora trovato una soluzione. Potrei stipulare un altro patto. Mi costringo a scrivere ogni giorno e in cambio... oppure i termini potrebbero essere al negativo, se manco un giorno allora...

Me ne viene in mente un altro. Ogni giorno scrivere solo per mezz'ora al giorno, e solo in quella mezz'ora. Così se per venti minuti ho cincischiato davanti la pagina bianca e mi viene qualcosa da scrivere, lo posso fare solo per i restanti dieci minuti. Questo esercizio dovrebbe produrre la frustrazione necessaria a motivarmi a scrivere da subito il giorno dopo.

Su "Scrivere Zen" di Natalie Goldman, edizioni Astrolabio, si trovano diversi consigli. È un buon libro di scrittura creativa. No ha a che vedere nulla con la religione, o comunque gli accenni al buddismo sono molto sfumati, in tale modo chiunque può leggerlo e trarne qualche consiglio utile. È stata una fortuna imbattermi in questo libro tempo fa, e sinceramente non ricordo nemmeno come sia successo. Ogni tanto lo riprendo in mano e ne rileggo dei passaggi. I capitoli sono tutti molto brevi e per lo più sono tra loro indipendenti, così si può aprire il libro a caso e imparare comunque qualcosa.

Au revoir.

martedì 8 settembre 2015

Ritorno al Lavoro.

Ieri era il Santo Patrono del posto in cui lavoro. Ciò significa un giorno di ferie. Oggi rientro. 

E' stato un fine settimana intenso. Sabato il cinema, domenica il torneo di subbuteo, ieri pomeriggio gita al lago. 

Il lago di Garda è una colonia teutonica. La stragrande maggioranza dei turisti proviene dalla Doiclandia (come la chiamo io). A settembre si fanno pure il bagno. Ognuno la pensa come vuole. Ma fare il bagno al lago è triste. Non ho ancora capito cosa spinga questi a sorbirsi km e km dalla Germania per andare a finire nel lago di Garda. Mistero dei doiclandesi. 

Quando ho timbrato, oggi alle tredici, mi è sembrato di rientrare dopo un lungo periodo di ferie. Basta un giorno in più per scombussolare i ritmi di lavoro. Ho letto su una rivista (femminile) che esistono cibi e attività per combattere la depressione da rientro. Non sono l'unico a provarla allora. Esiste un disturbo che affligge un italiano su tre (o forse su due, non ricordo), che consiste in una serie di sintomi tipici della depressione: irritabilità, abbassamento del tono dell'umore, difficoltà a concentrarsi, a volte mal di testa, insonnia. Bene. Mi descrive in pieno. Il consiglio del giornaletto è di concentrarsi sui propri Hobby. E' chiaro, in pratica è un modo per dimenticare il proprio lavoro. 
In effetti questo tipo di disturbo colpirebbe chi non è soddisfatto del proprio lavoro. I pochi che lo sono ne sono infatti immuni. 

Altra cosa è la "monday blue", la malinconia del lunedì. Che colpisce di solito il lunedì mattina. E' caratterizzata dagli stessi sintomi ma in forma più lieve (in teoria), ma è legata sopratutto al rientro dopo il fine settimana. Anche se le prime avvisaglie si fanno sentire già la domenica pomeriggio. 

Infatti la domenica pomeriggio è tremenda. 
E' l'esatto contrario del "sabato del villaggio". Là c'è l'attesa per la domenica; qui c'è l'ansia per il lunedì. Entrambe sono emozioni legate ad un aspettativa per il giorno dopo. La prima piacevole; la seconda spiacevole. 

Mi viene in mente una canzone degli 883 intitolata "week end". Descrive perfettamente lo stato d'animo di un gruppo di giovani di provincia che vivono la fine del fine settimana, il tedio domenicale e la testa che va' già al giorno dopo. 

Sono  convinto che Max Pezzali sia uno dei più importanti cantautori italiani. E' stato il cantore di un'intera generazione, e ne ha saputo descrivere le ansie, le paure e come direbbe lui, "gli sbattimenti", meglio di qualsiasi letterato parruccone e paludato. 

Un giorno, quando saremo tutti defunti, i gggiovani (volutmente con tre g), studiando i testi della defunta poesia italiana, dovranno confrontarsi con la parafrasi dei suoi testi. 

Anche perché hai voglia a trovarli i letterati che si mettono a descrivere le generazioni e i loro stati d'animo. Non sia mai, non si piegherebbero mai a tanta bassezza. L'ultimo è stato Brizzi. Sono anche convinto che "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" sia il nostro Giovane Holden. 

Brizzi è il nostro Salinger, come Calvino è il nostro Borges. 

Vabbè, dopo aver sparato anche 'ste cazzate chiudo. 
Se ya. 



lunedì 7 settembre 2015

I Minions

Sono andato a vedere "I Minions". 

Prima dell'estate, di fronte al martellamento pubblicitario al quale siamo stati sottoposti per giorni, ho promesso a Mdl che ci saremmo andati ed ecco fatto. Mi sono sentito un buon padre quando le ho detto: sabato pomeriggio andiamo a vedere I Minions. 

Da vedere? Beh, non è male. Dura poco, un'ora e mezza circa e il ritmo è costantemente alto per tutto il tempo. 
Vero è che mi stavo addormentando verso i tre quarti del film, ma non è dipeso dal film in sé, quanto dal fatto che fossimo allo spettacolo delle tre di sabato pomeriggio (orario consacrato alla necessaria pennichella) e dal fatto che la sera prima avevo fatto le ore piccole davanti a "How I met your mother" (ne dovrò scrivere prima o poi...). 

Comunque il film c'è e si mantiene bene per tutto il tempo.
Ma non è niente di più di qualsiasi cartone animato di adesso. Stessa computer grafica, stessi personaggi "spiritosi", una trama rodata su chilometri di pellicole, ammiccamenti e citazioni varie. Che poi mi chiedo chi sia il pubblico di elezione per questi cartoni animati. Perché se io capisco la scena in cui i Minions, uscendo da un tombino, capitano proprio sotto i Beatles che attraversano la celebre Abbey Road del sobborgo di Camden a Londra (cavoli, ci sono stato e proprio a Camden nel '97 e non sono andato a vedere dov'era. Che pirla!), siamo infatti nella swinging London dei sixties, (dopo una breve carrellata dagli albori della vita sulla terra in cui si capisce l'origine di 'sti benedetti Minions), mia figlia Mdl di anni 5, che avrà capito?

Ho l'impressione che, a differenza di un tempo, questi cartoni (che oramai "cartoni animati" non sono più perché è tutto fatto al pc), sono realizzati da una generazione di persone che ha perso quell'innocenza che avevano i loro predecessori. E per innocenza intendo quel senso di magia che c'era nel realizzare un lungometraggio animato, e delle emozioni che avrebbe suscitato nel pubblico. Voglio dire, per quanto certe storie fossero semplicemente la riproduzione sul grande schermo di antiche fiabe, di tradizione secolare, come ad esempio quelle dei fratelli Grimm o di Perrault (vedi Biancaneve, vedi Cenerentola, e così via), e quindi in qualche modo già presenti nell'immaginario collettivo, mantenevano comunque una freschezza e un senso di novità che ora mi sembra scomparso. 
Magari questi Minions entreranno nell'immaginario collettivo e li assorbiremo come abbiamo assorbito Harry Potter (avete notato le serie e i film in cui si cita il castello di Hogwarts come fosse un luogo oramai entrato nel bagaglio culturale di ognuno, manco fosse Troia), se non altro per l'intenso battage pubblicitario e di merchandising al quale siamo soggetti (Minions al fast food, sui quaderni di scuola, quando compri le banane, ecc.). Eppure manca la novità, la freschezza. 

Cosa c'è di nuovo? I personaggi? Sì, vabbé, ci sono questi cosi gialli dalla forma vagamente sessuale (sono di "varie misure", hanno la punta arrotondata e pochi peli in testa, e in una scena uno viene stirato e si allunga. Che cosa vi ricorda?), che parlano un miscuglio di Inglese, spagnolo, coreano (non l'ho riconosciuto il coreano, lo so perché l'ho letto su una rivista), yiddish, italiano e qualcos'altro di vagamente slavo, e che adorano le banane e si fanno scherzi a vicenda.  

Per carità sono simpatici, ma in fin dei conti sono dei puffi itterici, un po' più rincoglioniti e molto più cattivi. Piacciono perché hanno le movenze da bambini di due anni e sono più stronzi. 

Sappiamo che i cineasti americani pescano a man bassa dai vecchi miti di mezzo mondo per riproporre sempre la stessa storia. Qui abbiamo ad esempio il mito archetipo del "viaggio dell'eroe". I tre eroi, in questo caso, devono attraversare mari e monti per trovare un proprio posto nel mondo (essere gli aiutanti di un super cattivo, meglio se il super cattivo più super e più cattivo di tutti). In pratica si tratta di un processo di individuazione secondo la psicologia junghiana. 
Chi trovano? Una donna. Ma, veramente cattiva. 
Tale femme fatale prima li vezzeggia e li coccola, poi ne abusa (tranquilli non in quel senso, nonostante la loro forma, ma semplicemente ordinandogli di realizzare un'impresa molto pericolosa). Ovviamente le cose precipitano e da cattiva, loro amica, la cattiva diventa veramente cattiva, nel senso che diventa la villain del film, da cui loro devono scappare. Ecco un altro archetipo, la "madre cattiva", che ostacola il processo di individuazione dei nostri protagonisti. 

Ovviamente essendo contrario agli spoiler non vado oltre. Ma non rovino nulla se dico che i buoni vincono e i cattivi perdono. 

Un'altra cosa. Non ho niente contro le multisale, anche se da impenitente passatista rimpiango i cinema mono sala di un tempo, che nella mia città sono stati letteralmente sterminati. Le multisale sono colorate, organizzate, divertenti. Però hanno anche il costo di una gioielleria del centro. Anni fa andavo al cinema spesso, e non ricordo di dover prima passare dalla banca per chiedere un mutuo. Che non diventi uno svago d'elite, se no lo vogliamo proprio uccidere il cinema.

the end

domenica 6 settembre 2015

Oltre le aspettative

Un risultato oltre le aspettative alla clericus cup. Secondo posto. Non l'avrei immaginato.

Certamente non è stato tutto merito mio, ma del mio compagno di squadra che ha vinto tutte le partite e ne ha pareggiata una.

La mia parte è stata quella di non perdere. Mi aspettavo una prestazione peggiore. Le ho pareggiate tutte tranne una che ho perso per uno a zero. Ed è stato un mezzo furto perché il mio portiere era finito dentro la porta e il mio avversario non ha aspettato. Il regolamento glileo consente, il fair play no. È stato un peccato perché avremmo potuto concludere imbattuti, gli unici del torneo.

Nel complesso è stata una bella giornata. Buon clima, sia atmosferico, che psicologico.

Si attende l'inizio del campionato sociale.

venerdì 4 settembre 2015

Dal nostro inviato

È già suonato il campanello d'allarme dopo la deludente prestazione della compagine napvalica nei tre test di pre stagione.

Le tre sconfitte di fila, l'ultima di misura ma con una diretta concorrente del prossimo campionato, hanno messo in evidenza una serie di lacune che pongono non pochi grattacapi a mister Sindacuz.

Sicuramente il reparto su cui si deve intervenire al più presto è quello difensivo. I troppi errori tattici e le eccessive ingenuità nelle marcature, soprattutto durante i contropiedi, hanno aperto il fianco ad attacchi che si sono spesso conclusi con una segnatura.

Eccellente invece la prestazione del portiere che, fino a quando ha potuto,  è riuscito a tenere in piedi l'intero reparto costituito da una difesa spesso colabrodo.

Buona la prestazione del centrocampo. Gli schemi di gioco predisposti dal mister, lunghe verticalizzazioni fino all'area di tiro, pochi passaggi e un presssing alto sulla trequarti, hanno ancora bisogno di essere messi a punto, ma l'idea complessiva è che la squadra ne abbia recepito i principi essenziali.

Altra cosa l'attacco. Permane ancora una certa incertezza nelle conclusioni. Spesso manca l'ultimo passaggio e la manovra risulta fumosa quando non è affrettata. Su tutto pesa poi la persistente imprecisione nel tiro.

Sono quindi diversi i problemi che mister Sindacuz dovrà affrontare prima dell'avvio del campionato. Durante la conferenza stampa il mister ha risposto alle pressanti domande dei giornalisti che gli chiedevano conto della facilità con cui sono stati subiti i goal, manifestando soddisfazione per la prestazione complessiva della squadra. "Sono consapevole dei problemi che abbiamo ancora in difesa. Ma nel complesso sono contento della prestazione dei ragazzi che uscivano da una lunga pausa protrattasi per tutta l'estate e senza la possibilità di allenarsi. Non mi aspettavo nulla di meglio. Abbiamo capito dove dobbiamo intervenire. Queste partite servono a questo". Sarà. L'impressione è che il lavoro da fare sia ancora lungo e i tempi sempre più stretti.

Prossimo banco di prova, sarà la clericus cup di domenica. I tifosi non nutrono false aspettave sull'esito della competizione ma si attendono una prestazione degna di una squadra che sarà chiamata a competere nel massimo campionato cittadino.

giovedì 3 settembre 2015

Subbuteo Forever!

Ricomincia la stagione subbuteistica.

la "cassetta degli attrezzi"

Questa sera appuntamento al club degli Ufo Robot (mitico club vr) per la prima serata. 

Non so ancora quale sarà il tema del campionato sociale né con quale squadra competero'
Prime indiscrezioni sulla formula del torneo parlano di un campionato alla "scozzese", con più andate e ritorni e squadre a coppie. Gli accoppiamenti dovrebbero essere fatti sulla base della classifica dell'anno scorso che verrà divisa a metà in modo da mettere in squadra un giocatore "forte" e uno "debole". 

Ovviamente appartengo al secondo gruppo. 

Ecco il link alla passata stagione. 


Ahi ahi, 12°. Obiettivo di quest'anno arrivare almeno 11°.


U.r.s.s.  - 11° posto con onore.

Il mio tentativo di creare una Salernitana 1978 . Spero di giocare con questa squadra il prox. campionato.
Ciao ciao.

mercoledì 2 settembre 2015

Colleghi

Qual é la cosa peggiore dell'avere uno scazzo con un collega? 


Che poi ti tocca rivederlo; spesso tutti i giorni e per molto tempo a venire.

Personalmente quello che più mi fa apprezzare o disprezzare un luogo di lavoro é il clima lavorativo. Do molto più peso ai rapporti con i colleghi di quanto ne dia al lavoro in sé. Forse perché finora non ho mai fatto il "lavoro della mia vita". Quindi quando valuto un lavoro, lo faccio innanzitutto in termini di rapporti interpersonali, cioè di ambiente di lavoro. Com'è l'ambiente? Mi trovo bene? Come sto con i colleghi? E così via. 

C'è un altro aspetto dovuto immagino alla mia personalità. Mantengo il rancore. E non amo l'ipocrisia. Non riesco a sorridere e a buttarmi facilmente alle spalle tutto quanto. Il rancore rimane. 

D'altra parte si tratta di frasi, gesti, comportamenti. Come si può cancellare un comportamento? Non è possibile. Non siamo hard disk sui quali si può cancellare e riscrivere i files. Siamo esseri umani. La memoria umana resta. Se fate qualcosa ad una persona non potete dire: "Ah, sì scusami e passiamoci sopra". Non è possibile! Che lo vogliate o no qualcosa resta. Chiamatela pure "cicatrice" se il paragone può piacervi e facilitarvi la comprensione di quello che intendo. 

Ricordo un testo studiato all'Università per il corso di Psicologia della Formazione. Non ne ricordo il titolo e spero che sia da qualche parte nella libreria dei miei, così lo posso riesumare e rileggere. In un capitolo si spiegava (con immagini esemplificative) che i comportamenti umani non sono reversibili. Non si torna indietro. Cioè non si può ri-cominciare dal punto iniziale. Se lo si prova a fare, si tornerà in un altro punto. Che non potrà mai essere quello iniziale. 

 (Un po' come le dimensioni parallele dello schema che il buon dott. Emmett Brown spiega a Marty McFly in Ritorno al futuro 2)

Figuriamoci nei rapporti interpersonali. Quindi una frase detta o un atto, o qualsiasi altro pensiero espresso o agito, non possono essere cancellati. Sono stati e basta. Hanno prodotto un effetto sull'interlocutore e questo effetto può essere mitigato, ma mai annullato. 

E infatti la psicoterapia (per chi non lo sapesse, cioè i non addetti ai lavori) mira a questo. Un altro professore aveva detto: la psicoterapia non aiuta ad uscire dal mare di merda, ma a fare in modo che nessuno faccia l'onda. O almeno così mi ricordo...ma sto divagando.

Lo "scazzo" l'ho avuto poco prima delle ferie. Oggi il collega è tornato. E mentre lui si è comportato come nulla fosse (così l'ho percepito io, avrà pure fatto finta di niente...), a me non era passata. Sono stato ipocrita, l'ho salutato e gli ho chiesto molto sbrigativamente come erano andate le ferie. Ho cercato di mantenermi distante, anche fisicamente, per tutta la mattina che è stato l'unico momento di ore in condivisione. E devo dire che è passata.

La mattina intendo. Il collega è rimasto un rompicoglioni.

Fin.

martedì 1 settembre 2015

Aaaaarghhh!

Teribbileee!
I miei onesti propositi sono naufragati in un mare di ciccia. Se solo ieri pesavo 98 kg devo dedurre che o ho messo su due chili in un giorno, oppure la bilancia dei miei genitori arrotonda per difetto. D'ora in poi devo usare solo la mia che sarà la bilancia ufficiale napvalica ( o altrimenti detta bun). Dopo questo schiaffo alla mia autostima, urgono nuovi propositi ancora meno ambiziosi: entro il 31 dicembre 2015 scendere sotto i 100.