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martedì 30 agosto 2011

Trainspotting di Irvine Welsh

Preferisco usare il termine “riduzione” cinematografica a “trasposizione” cinematografica per indicare il trasferimento di un racconto dalla versione cartacea a quella filmica. Questo perchè il termine riduzione mi sembra che si addica di più a definire l'operazione che deve svolgere uno sceneggiatore quando deve rendere funzionale al grande schermo una storia nata sulla carta. Effettivamente un romanzo è molto di più di un film. Nel romanzo ci sono sfumature, descrizioni e dialoghi stessi che non possono essere resi in un film se non con un incisivo intervento delle forbici.

E' il caso di Trainspotting di Irvine Welsh. L'ho letto quest'estate dopo averlo trovato per caso nella fornita biblioteca dei miei suoceri (mi sorge un dubbio dell'ultima ora: gliel'ho restituito?).

Il film di Danny Bolyle, tratto dal libro, ebbe un impatto dirompente negli anni '90. Diciamo che venne proposto come film scandalistico dell'anno, come spesso succede ogni tanto con qualche film (da arancia meccanica in poi...). Il motivo probabilmente risiede nel fatto che si parlasse in maniera diretta ed esplicita di droga e drogati. Il film ebbe inoltre il merito di far conoscere ad un pubblico internazionale attori quali Ewan McGregor, Jonny Lee Miller e robert Carlyle ai quali sono state proposte parti più o meno felici in diversi altri film di media e grande caratura.

Il libro però ha un senso sostanzialmente diverso. Cioè descrivere delle psicologie di personaggi che hanno a che fare con la droga ma che non possono essere identificati solo con essa. Sì, sono tutti più o meno utilizzatori, ma la disamina dei loro comportamenti non è legata all'uso degli stupefacenti. La droga è il collante della narrazione e sebbene abbia un ruolo di primo piano ne diventa il pretesto su cui svolgere la successione degli eventi. Il libro di Welsh non è una storia su dei ragazzi drogati; è una storia su dei ragazzi britannici, o scozzesi se preferite, che durante la loro esistenza si drogano e lo fanno senza una ragione apparente come se fosse l'unica possibilità che gli viene concessa di trovare una dimensione altrimenti impossibile.

Non credo che l'intento di Welsh fosse sociologico, ma è evidente che dalla lettura del testo si evince la constatazione che la società scozzese è allo sbando ei questi ragazzi non hanno più la possibilità di trovare in essa una collocazione sicura. In un passo del libro si dice esplicitamente “La Scozia si droga per difesa psichica”. Il senso del libro è riassunto qui. La droga è una difesa messa in atto dai protagonisti contro una società che non sa che farsene di loro. Rent, Spud e Sick Boy si difendono con la droga ma altri personaggi si difendono in altro modo: Frank “Franco” Begbie con la violenza, Tommy con l'amore, Gail con il sesso.

La differenza sostanziale tra libro e film si ha nell'impostazione della narrazione. Il film procede dal punto di vista di Rent. Il libro è un insieme di tante narrazioni. Si tratta di un racconto corale a cui partecipano i diversi personaggi della storia; ognuno protagonista di una vicenda differente. Ovviamente tutta la narrazione è in prima persona.

Stilisticamente Welsh si preoccupa di favorire il “salto” tra un personaggio e l'altro ricalcando linguaggi è intercalari diversi. Ogni personaggio parla in modo differente, chi inframezzando parolacce chi in modo allucinato. Tutto ciò nel film si perde a favore di altre scelte stilistiche come ad esempio l'insistente colonna sonora tecno.

Lo consiglierei? Non è un testo fondamentale ma la lettura è scorrevole ed è il libro che ha imposto Welsh come uno dei principali esponenti della narrativa inglese contemporanea e quindi direi di sì. Se si è in cerca di qualcosa di leggero ovviamente è meglio di no. Diversi punti sono crudi e l'episodio della bimba di Lesley è raccapricciante. Se si ha lo stomaco forte e si passa questa parte del racconto ci sono anche delle parti esilaranti. Chi ha visto prima il film può godersi un approfondimento sui personaggi e sugli eventi. Ma la linea principale della narrazione è mantenuta e pertanto ne può fare anche a meno.


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