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lunedì 29 luglio 2013

Autobiografia di Malcom X

Caldo, caldo, caldo...
Ma chi se ne frega? Vabbè io o meglio noi.

Noi che fino a poco tempo fa, qualche settimana o giù di lì NON ci lamentavamo per il freddo e "l'estate che non viene" e similitudini varie.
 A sentire queste lamentele mi sono detto subito "Adesso vi lamentate per il freddo, poi quando ci sarà la calura estiva, che viene in questo periodo proprio perché siamo in estate e non abitiamo in Islanda, vi lamenterete per il caldo.
Eccola là! Si lamentano per il caldo.
Ma andate a quel paese!

In attesa di partire per le ferie...a proposito occhio che il blog napval chiude per ferie da domani fino almeno al 20 agosto, e non dite che non vi ho avvisato.

Dicevo, in attesa di partire per le ferie ho finito di leggere "Autobiografia di Malcom X". 
Era da tempo che mi balzava sotto gli occhi 'sto libello e non ho resistito. 
Diciamo subito che è il testo da cui è stato tratto il film di Spike Lee con Denzel Washington e da cui si discosta un po' in verità almeno per quell'aurea di misticismo che viene data al protagonista.

Il film è pregevole non c'è dubbio, ma il libro è più utile a capire a fondo chi davvero fosse Malcom x e quale fosse il suo pensiero. Oltre questo è anche un documento straordinario perchè ultimato con l'aiuto di Alex Haley (l'autore del celebre "Radici") poco prima del suo assassinio. 


A differenza del film nel libro è più chiara l'evoluzione spirituale del personaggio e l'evoluzione del suo pensiero, sopratutto nella parte finale della sua vita anche in seguito alla piena conversione all'Islam e all'allontanamento prima subito poi perseguito dalla "Nazione dell'Islam".

Che leggerò durante le ferie? 
Sono indeciso tra "It" di Stephen King e un po' di e-book da portarmi in valigia...

Ai posteri l'ardua sentenza. 

Buone vacanze! 




mercoledì 17 luglio 2013

I 55 giorni che NON hanno cambiato l'Italia

Quali sono le sensazioni che si provano leggendo il libro di Imposimato "I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia"? 

Incredulità, sdegno, rabbia, disgusto ? 
Forse tutte queste e forse tutte insieme. Ma alla fine anche un senso di profonda amarezza.
L'amarezza di chi crede che la alla fine la giustizia trionfi sempre e scopre invece che nella dura e triste realtà i "cattivi" ce la possono fare e anzi che ce la facciano è la norma e non l'eccezione. 
Chi  è stato responsabile del delitto Moro (si è trattato di un delitto non c'è alcun dubbio), chi è stato il vero responsabile, chi cioè non ha fatto ciò che avrebbe potuto e dovuto semplicemente perché era il proprio dovere istituzionale farlo, ce la fatta a passare indenne a tutte le indagini e si è rimesso al giudizio della storia senza pudore. Con la stessa protervia mascherata da senso dello Stato, barando due volte, prima ai cittadini della Repubblica, i veri padroni di quello stesso Stato che a parole avrebbero dovuto servire ma che hanno tradito, e poi alla Giustizia, intesa nella sua accezione più ampia, questi signori hanno consumato da veri responsabili il delitto Moro.
E l'amarezza che ti prende nel constatare che l'hanno scampata perché sono morti e nessuno gli potrà chiedere conto più di niente, o perché se ne stanno nascosti da qualche parte a godersi la vecchiaia, magari in qualche isoletta tropicale con qualche soldo o a casa loro tranquilli, con la coscienza a posto fiduciosi di aver compiuto il proprio dovere di salvatori della Patria e con la sicumera che nessuno li andrà mai a cercare. 
Ma è l'amarezza che ti prende anche nel pensare alle nuove generazioni e al fatto che una polvere neghittosa si posa sugli eventi del passato e li nasconde o li allontana anestetizzando le coscienze per renderle insensibili.
Non è giusto ricordare è giusto capire il perché è successo quello che è successo.
E' giusto continuare a scavare e a divulgare il più possibile per trasmettere ai posteri la Verità.
In vita chi doveva pagare non lo ha fatto, ebbene coltivi pure l'illusione di avercela fatta a superare indenne il giudizio della Storia, e che sia invece ricordato per i reati che ha commesso e che la sua immagine sia macchiata per sempre dai propri crimini.   

mercoledì 3 luglio 2013

Into Darkness e il 3d

Ho finalmente avuto il piacere di vedere un film in 3d, esperienza che non avevo mai provato finora. 

E la scelta è caduta sul nuovo Star Trek: Into Darkness. 

Avevo visto il primo film di questo reboot e non mi era dispiaciuto: J.J. Abrams è riuscito a riesumare un franchise che oramai aveva detto tutto, ma proprio tutto, dalle guerre contro gli alieni ai viaggi nel tempo, dalle mille sfaccettature dei rapporti uomo-macchina alle derive ecologico - sociali. 


Contemporaneamente il primo episodio della nuova serie era anche il tentativo di reinventare la serie e cucinarla per i palati meno fini delle nuove generazioni. I Trekkers, i veri appassionati, potranno anche aver storto il naso, ma il film funziona. 

Questa seconda parte, se vogliamo, invece strizza l'occhio ai vecchi fan introducendo un personaggio che potrebbe farsi risentire più avanti (se si proseguirà su questa linea, cioè se mancheranno le idee per nuovi progetti ma non la fame di soldi), un cattivo tutto tondo che sa dare filo da torcere e che i trekkers riconosceranno al volo, ma che si colloca bene nel nuovo filone per non lasciare interdetti i nuovi adepti della serie. D'altra parte sono un po' pessimista sulle motivazioni che portano i produttori a finanziare reboot su reboot: non è la mancanza di idee, è proprio l'avidità.

Detto questo passiamo al 3d. Non avendo termini di paragone non posso esprimere un giudizio e affidandomi a chi mi ha accompagnato al cinema, che ne aveva visti già qualcuno, posso dire che si tratta di un buon 3d.
Temevo principalmente due cose: 
- la scomodità degli occhialetti da posizionare sopra quelli da vista (senza i quali vedo le immagini un po' sfuocate ovviamente) di cui ho inevitabile necessità; 
- un vago senso di nausea o stordimento dovuto al continuo riaggiustarsi degli occhi su un'immagine in effetti innaturale;

Nessuno di questi due "possibili" problemi si è verificato. Il secondo poi potrebbe anche essere più una mia sega mentale che un fenomeno riconosciuto...

Un dubbio però mi è rimasto: non è che un film del genere, con effetti speciali e un po' fracassone con ogni onesto blockbuster deve essere, me lo sono un po' rovinato con il 3d? Questo perché mi sembra che certi aspetti visivi fossero un po' in secondo piano. E comunque il primo film mi era piaciuto molto anche per la scenografia colorata e futuristica.
Questo stesso piacere non l'ho avuto con questo secondo episodio, ma temo non per il film in sè quanto proprio per il tipo di visione che tende a mettere in evidenza alcuni oggetti dello schermo in particolare obbligando lo spettatore a rinunciare visivamente agli altri. E così sono uscito dalla sala con l'amara sensazione di aver visto un bel film, certamente, ma di essermi comunque perso qualcosa.

Che fare per risolvere il dubbio? Ai posteri l'ardua sentenza... cioè quando avrò tra le mani il dvd e me lo vedrò seduto comodamente in salotto nel canonico televisore 2d di casa. 

Saluti.