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giovedì 29 settembre 2011

Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry.

Non l'avevo mai letto prima (Che ignorante!) e mi ero ripromesso di leggerlo prima o poi.
Temevo che fosse insulsamente zuccheroso perchè ero stato fuorviato dalla stucchevole Alice, personaggio terribilmente interpretato da un'acerba Violante Placido nel film Jack Frusciante è uscito dal gruppo (mediocre adattamento di un capolavoro).

E' un testo poetico, denso di simbolismi. Sicuramente non è un testo per bambini. Potrebbe essere indirizzato ai ragazzi delle medie anche se mi permetto di osservare che non lo capirebbero.

Che dire è sicuramente un classico e pertanto è oltre il tempo. A tratti è commovente, altre volte è illuminante.

Non sono una persona melensa e mi danno fastidio le melensaggini ma riconosco che "il piccolo principe" mira a parti profonde della psiche collettiva e centra quei temi universali (amore, amicizia, instaurare una relazione e mettersi in relazione con il prossimo) che sono stati interiorizzati dal nostro io profondo.

Ultra consigliato!

martedì 20 settembre 2011

Segreto di Stato - intervista a Giovanni Pellegrino

Sebbene questo sia un blog essenzialmente di cazzeggio non è nella mia indole lasciarmi andare a cavolate e abbandonare ogni preoccupazione dell'esistenza. Certamente l'evasione dai fatti contingenti è una necessità e ognuno dovrebbe essere capace riuscirci per salvaguardare la propria mente da un eccesso di pensieri "pesanti". Ma un minimo di luce nell'oblio della mente dovrebbe rimanere sempre (come la candelina della torta di compleanno..).

Questa lettura mi è capitata per caso tra le mani in un sabato mattina in cui avevo deciso di mettere a posto la mia cantina (in verità qualcun altro aveva deciso per me...).
Non è quindi un libro che avevo acquistato io e pertanto non ne ero a conoscenza. Ma avendo letto tempo fa il volume di Priore "Affari internazionali", mi ha subito colpito e l'ho slavato dal pesante cartone che è finito sepolto nel garage dei miei.

Si tratta sostanzialmente di un'intervista a Giovanni Pellegrino, condotta di a Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri, che verte sulla sua relazione finale per la commissione stragi del Parlamento che ha presieduto fino a qualche anno fa.

Ho letto quest'intervista avidamente. Non vedendo l'ora di tornare a casa dal lavoro per riprendere in mano il volume.

Credo che sia quanto di meglio ed esaustivo possibile si trovi in giro per capire cosa è stato il periodo politico dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino in Italia. Sopratutto perchè, al di là di ogni dietrologia possibile, si perviene all'essenza dei fatti.
Il volume non è interessante per la ricostruzione storica in se, che pure è presente, ma per la luce che viene gettata su alcuni fatti e sopratutto per la chiave interpretativa che ne viene fornita.

Sicuramente un altro testo di sicuro interesse a riguardo quello di Rosaro Priore. La tematica è la stessa e la chiave con la quale si interpretano i fatti e le realtà indicibili (perchè non possono essere raccontate ad un'opinione pubblica che non capirebbe prima di non accettare quello che è successo) è sicuramente coerente tra le due opere: l'Italia dell'epoca era al centro di una direttrice di potere est- ovest (la Nato contro il Patto di Varsavia) ma era anche al centro di un'altra direttrice chiamata "Nord-sud" che ha coinvolto altri stati interessati a sfavorire l'Italia nel suo sviluppo all'interno del Mediterraneo.

Aspetto di poter leggere "il golpe inglese" di Cereghino e Fasanella, perchè tutti e tre i volumi costituiscono una trilogia imperdibile e temo molto attendibile.





sabato 17 settembre 2011

Una pazza giornata di vacanza di J. Hughes

Credo che Matthew Broderick sia un attore incredibilmente sottovalutato. Non so come mai da promessa degli anni ’80 si sia via via defilato verso produzioni meno importanti. Ha fatto qualche blockbuster come Godzilla, ma l’impressione che ho è che Holliwood lo abbia in fin dei conti relegato a ruoli marginali.

Il film che l’ha praticamente lanciato è stato War Games che ancora oggi, seppure ingenuo in tempi di internet (il protagonista scopre come entrare in un sistema militare grazie ad una semplice backdoor che si rivela essere anche troppo banale), rimane una pietra miliare dei film sugli Hackers e sulla interazione uomo macchina. Ma c’è un altro filmetto carino che fa parte del filone scolaro-giovanilistico all’american pie che è quasi dimenticato: Una pazza giornata di vacanza di J. Hughes.

È una storia abbastanza assurda, con molto metacinema e slapstick ma diretto e sceneggiato egregiamente in modo che il ritmo della storia non cali mai. Ma la cosa importante è che si regge unicamente sulle spalle di Broderick che dà sfoggio della sua capacità di sostenere perfettamente il ruolo del gigione truffaldino e scavezzacollo. L’operazione riesce bene e il film è divertente.

E’ un filmetto da riscoprire anche con un pizzico di nostalgia per quelle commedie scolastiche americane (tipo Porkys) che hanno segnato l’immaginazione di chi come il sottoscritto è cresciuto negli anni ottanta.

Una cosa infine. Ma sono io che non ci vedo bene o Alan Ruck da giovane è il sosia di Edward Norton? Sono così uguali che ho sempre creduto che questo fosse uno dei primi film in cui recitava Norton. Alla Napval insomma...

The rocker di Peter Cattaneo

In questi giorni travagliati per la nostra economia, in questi giorni in cui le preoccupazioni per il nostro futuro si fanno più assillanti, in questi giorni in cui gli speculatori buttano benzina sul fuoco dei nostri problemi per guadagnare disgustosamente sui nostri guai, concediamoci di staccare il cervello per un momento in attesa di ritornare sui campi di battaglia.

The rocker di P. Cattaneo è proprio quello che ci vuole.
E' un filmetto carino, di buoni sentimenti ma non sdolcinato con un discreto cast che strappa qualche risata in modo onesto. Diciamo che si lascia guardare. Alla fine è un po' scontato ma non dà il voltastomaco come certi telefonatissimi finali americani.
Unica nota stonata, che avrei evitato è nella seguenza iniziale in cui il protagonista è scaricato dalla propria band e insegue i compagni che fuggono come neanche il cane Ivan XXXII il terribile di Fantozzi.

Pare che la storia sia stata ispirata dalla vicenda, oramai passata alla storia, di Pete Best "il quinto beatle", che venne escluso dal gruppo dei beatles e sostituito da Ringo Starr poco prima che il quartetto raggiungesse la notorietà ed entrasse nella storia della musica pop. Ovviamente la vicenda è buttata sul ridere ma lo spunto è buono.


A proposito di Pete Best mi viene in mente un altro film in cui si parla di un altro beatle che fece parte del gruppo originario e poi messo da parte: Stuart Sutcliffe detto Stu.
Non conoscevo l'esistenza di questo bassista che fece parte dei beatles per un anno tra il '60 e il '61 prima di vedere il bel film Backbeat di Lain Softley.


Questi collegamenti mi fanno venire in mente che vorrei fare qualche post monografico su film a tema in particolare di musica e sport. Se si prende lo sport ce ne sono tanti ad esempio sul calcio e molti sul football e sul baseball. In questo gli americani sono più bravi di noi ad ambientare trame sui loro sport preferiti.


Prossimamente...

lunedì 12 settembre 2011

ahi ahi ahi ahi ahi ahi

Dopo anni e anni di autoanalisi ho finalmente capito qual è un aspetto saliente del mio carattere: l'indolenza.
Ecco che questo blog è figlio della mia indolenza per cui se non lo aggiorno da fine agosato è perchè sono indolente.
Fate attenzione: non ho minimamente intenzione di abbandonare questo blog; solamente mi trovo nella difficile situazione di: lavorare 9 ore, più 1 ora di pausa pranzo, più altri 90 minuti di tragitto andata e ritorno da casa per il totale complessivo di 11 ore e mezza e tornare a casa con nessuna voglia di piazzarmi davanti al pc a scrivere qualcosa.
Sono consapevole che una persona altamente motivata troverebbe la forza di mettersi al pc.
Mah, diamine, non è il mio caso.
Scrivo questo proprio adesso, dopo aver passato le suddette ore al lavoro, e quindi in realtà sconfesso me stesso confermando che al blog ci tengo: paradossale no?
Boh, sono troppo stanco per rifletterci sopra.
Adieu...