Ecco il risultato dell'ultimo saccheggio della libreria dei miei suoceri.
Da un po' di tempo non leggo nulla di analisi transazionale.
È ottimo per rinfrescarsi la memoria.
Ecco il risultato dell'ultimo saccheggio della libreria dei miei suoceri.
Da un po' di tempo non leggo nulla di analisi transazionale.
È ottimo per rinfrescarsi la memoria.
Ho finalmente finito di leggere "il cavaliere inesistente" di Calvino, terminando così la trilogia dei nostri antenati che mi premeva davvero leggere.
Si può dire che questo terzo romanzo sia il più fiabesco dei tre. Il più simbolico e quindi quello più difficile da interpretare.
E sebbene io stesso me lo sia trascinato per un po', è un romanzo che consiglierei.
Leggerò altro di Calvino perché se ne dovrebbe leggere tutta l'opera.
Ma adesso mi butto su "Ciao...e poi?" di Berne. È un saggio sull'analisi transazionale. Ogni tanto ognuno di noi dovrebbe rinfrescarsi la memoria con l'analisi transazionale e sottoporre il proprio comportamento ad un controllo di routine; un po' come quei controlli medici che si prescrivono ad una certa età.
Volevo scrivere qualcosa su "Il Barone rampante" e avevo anche iniziato il post per poi lasciarlo in bozza. È ancora in memoria. Volevo tentare un'analisi junghiana del fallimento del rapporto tra il barone e la sinforosa, che è il vero dramma di quel romanzo nonché vero punto di svolta della narrazione. Ho desistito per una serie di motivi e fatti contingenti. Mi riprometto di completare il post aggiungendoci anche qualcosa di Berne.
Non mi dò una scadenza. Chi vivrà vedrà. Anzi leggerà.
Bye.
La domanda è: come liberarsi dei pensieri del lavoro che ti angosciano il sabato mattina?
Risposta: dormendo.
Mi è bastato dormire, e ho dimenticato i pensieri di lavoro che mi stavano angosciando.
È stata una giornata lunga. Sono troppo stanco per scrivere. Una giornata così pesante non la vivevo da un po'.
Meno male che è finita.
Buona notte.
Oggi ho litigato con il trita documenti.
Mi spiegate a che serve un trita documenti?
Per quanto mi riguarda vedo solo due utilizzi: distruggere documenti che contengono informazioni e dati sensibili e distruggere documenti compromettenti. Il primo è un uso legale, il secondo non proprio.
È chiaro che io lo uso soprattutto per il primo scopo.
Non sono pregiudiziosamente contrario al trita documenti, anzi il fatto che abbia un solo tasto, una sola fessura e uno spinotto me lo rende anche simpatico.
Per inciso odio il fax. Non l'ho mai sopportato. Uso la mail e lo scanner ogni giorno, ma il fax no; mi rende nervoso. Il fax mi angoscia. È arrivato o no? Uno dice c'è la ricevuta. E vabbe' e se non stampa la ricevuta? No, il fax non mi piace. Ho un vuoto nella mia formazione tecnologica: sono passato dal telefono al pc saltando il fax e ora non riesco ad interiorizzarlo. Ma poi, diamine, chi usa ancora il fax?
Comunque, sto divagando...
Oggi dovevo sbarazzarmi di un questionario di 36 pagine con dati statistici obsoleti che non volevo semplicemente buttare nella carta. Così ho optato per il suddetto trita documenti con esiti disastrosi. Passano i primi fogli, passano i secondi, il terzo gruppo no. Si blocca tutto. Mi è già successo, niente panico, basta solo aprirlo e tirare indietro i fogli. Questa volta, però, non è stato così semplice.
I fogli non volevano uscire. Ho iniziato a tirarli sia in un senso che nell'altro; li ho strappati in pezzetti ed è stato un errore grave; ho provato a spingere i rimasugli incastrati con una penna, poi con delle forbici, infine con un cacciavite trovato in un cassetto (che ancora non so come ci sia finito, ma è sempre provvidenziale).
Ad un certo punto, la mia coscienza, con la voce di un'anziana catechista delicata, mi ha detto di lasciare stare e pensare a qualcos'altro ( lavorare, ad esempio?). No! Ho pensato. Non lo lascio così metà. E ho continuato a strappare pezzetto dopo pezzetto fino a ripulirlo completamente.
Dopo un'ora circa, quando ho liberato ogni fessurina, ho richiuso il tutto, riattaccato la corrente e l'ho accesso. Niente. Spia rossa e nessun movimento né rumore. Okay, ho pensato l'ho rotto. Poco male, me lo detrarranno dallo stipendio.
Dopo un'altra ora ho provato ad accenderlo di nuovo, a volte capita che si sblocchi da solo, ed infatti così è stato.
E questa è stata la parte più eccitante della giornata.
Va bene, ho capito.
Ho capito.
Ho bisogno di andare di nuovo in ferie.
Quante kcal ai consumani in una sessione di 10 minuti di fruit ninja? Sto parlando della versione per Xbox, mon per cellulari o tablet, ovviamente.
Con questa domanda mi addormentero' questa notte.
Sono un catorcio. Le mie gambe risentono ancora della lunga camminata all'Expo.
Oggi 9 ore di lavoro e per finire in bellezza la giornata, riunione di condominio.
A questo punto scrivo o mi butto sul divano con Mca a guardare le repliche di Gray's anatomy?
Scelgo la seconda solo per mangiare un maxibon e mandare al diavolo la dieta.
Ciao ciao.
Sono in treno e sto per tornare a casa. Come annunciato ieri, sono stato all'Expo.
Un giudizio? Mah.
Mi chiedo: ma che cos'è questa expo? Mah.
Può darsi che non abbia capito eppure la sensazione che provo è di aver assistito a qualcosa di poco concreto. Sarà anche che oggi non era un giorno indicato, troppa troppa gente; code di più di ore davanti ai padiglioni più gettonati ed estrema difficoltà nel trovare un posto dove mangiare che non fosse stracolmo.
Così ci siamo buttati sui padiglioni dei paesi minori che ovviamente offrono molto poco, se si eccetuano le solite chincaglierie che si trovano anche nelle bancarelle estive.
Abbiamo fatto anche tre padiglioni di paesi importanti ma la sensazione è pressoché la stessa. Anzi usciti da questi si pensa: "sì, ma che abbiamo visto?"
Insomma entrate in un padiglione qualunque e vedete: video, foto, pochi cartelloni esplicativi con numeri sui principali prodotti alimentari di quel paese, e se siete fortunati qualche prodotto artigianale.
Ma allora cos'è 'sto expo? Cosa si espone? È l'esposizione universale di che cosa? Soluzioni per la penuria di cibo? Ricette tipiche? Non l'ho capito.
Si vede tanta gente, si entra nei padiglioni per farsi fare il timbro sul passaporto (5 euri il costo del finto documento), e si smarrisce il senso del resto.
Si ammirano le strutture, certo sono belle, ma non è un'esposizione di architettura.
Forse si dovrebbe dedicare più tempo a leggersi tutte le didascalie, e sai che palle! Se no, alla faccia dell'alimentazione, si rischia veramente di tornare a casa a bocca asciutta.
Bon voyage (et bon apetit).
Sino state finalmente assegnate le squadre per il prossimo campionato sociale a coppie di subbuteo.
Orlando city Soccer club. Sarà la mia squadra. Prima maglia viola, seconda bianca.
Vedremo...
Ovviamente non ho congelato un bel niente. Il pensiero del lavoro mi ha accompagnato dal risveglio in poi per quasi tutta la giornata.
Ho visto la partita. Mi sono addormentato dutante il secondo tempo per circa 30 minuti. Nonostante questo, devo ammetterlo, la Juventus non meritava il pareggio. Mi dispiace, ma meritava la sconfitta.
I bianconeri mi sono sembrati deconcentrati e disorganizzati. Il Chievo è una squadra insidiosa, con schemi imparati a menadito e ripartenze fulminee.
A parte questo, su eurosport trasmettevano la finale femminile dell'Open americano di tennis. L'evento straordinario è che sono andate in finale due italiane. Ovviamente se fossimo in un mondo ideale, la partita l'avrebbe trasmessa la rai.
Bisognerebbe avere la capacità, una volta arrivati a casa, di scrollarsi di dosso tutti i pensieri del lavoro, come se ci si togliesse un mantello. C'è chi ci riesce. Io no.
Tre settimane fa avevo chiesto ad un collega dei dati per una statistica ufficiale. Avevo specificato che mi servivano entro oggi. Ovviamente non ho avuto nulla, nonostante abbia inoltrato più di un sollecito.
Sono queste piccolezze che mi rovinano il venerdì sera. Mi piacerebbe tornare a casa e passare un weekend in santa pace. Invece si va ad incistare in qualche angolo della mia mente il pensiero della statistica, dell'indifferenza del collega e del lavoro in generale.
È difficile congelare quell'angolo e lasciare attivo tutto il resto.
So già che ogni tanto nel corso del fine settimana riemergerà il lavoro ad erodere
il mio tempo prezioso.
Causa richiesta supplichevole di Mca ho dovuto rinunciare ad andare al club.
Resto in attesa di novità sull'imminente campionato sociale.
Intanto preparo la squadra...
Dopo nove ore di lavoro, un'ora di pausa pranzo, e una mezz'ora circa di tragitto casa lavoro e lavoro casa, questo blog è un'istigazione a scrivere.
Sto tenendo fede al patto stipulato con me stesso di postare ogni giorno e ne sono fiero. Ma lo sarei di più se riuscissi a scrivere qualcosa di narrativa. C'è una parola chiave dietro alla capacità di creare una storia, racconto o romanzo che sia: continuità. Sì, è l'essere costanti nel produrre, persistere e mai desistere, anche se quello che si scrive non soddisfa. Non importa il risultato, arriveranno i risultati, ciò che conta è tenersi in allenamento. La scrittura si esercita come un muscolo.
Ma nove ore di lavoro sul groppone sono tante. Non ho ancora trovato una soluzione. Potrei stipulare un altro patto. Mi costringo a scrivere ogni giorno e in cambio... oppure i termini potrebbero essere al negativo, se manco un giorno allora...
Me ne viene in mente un altro. Ogni giorno scrivere solo per mezz'ora al giorno, e solo in quella mezz'ora. Così se per venti minuti ho cincischiato davanti la pagina bianca e mi viene qualcosa da scrivere, lo posso fare solo per i restanti dieci minuti. Questo esercizio dovrebbe produrre la frustrazione necessaria a motivarmi a scrivere da subito il giorno dopo.
Su "Scrivere Zen" di Natalie Goldman, edizioni Astrolabio, si trovano diversi consigli. È un buon libro di scrittura creativa. No ha a che vedere nulla con la religione, o comunque gli accenni al buddismo sono molto sfumati, in tale modo chiunque può leggerlo e trarne qualche consiglio utile. È stata una fortuna imbattermi in questo libro tempo fa, e sinceramente non ricordo nemmeno come sia successo. Ogni tanto lo riprendo in mano e ne rileggo dei passaggi. I capitoli sono tutti molto brevi e per lo più sono tra loro indipendenti, così si può aprire il libro a caso e imparare comunque qualcosa.
Au revoir.
Un risultato oltre le aspettative alla clericus cup. Secondo posto. Non l'avrei immaginato.
Certamente non è stato tutto merito mio, ma del mio compagno di squadra che ha vinto tutte le partite e ne ha pareggiata una.
La mia parte è stata quella di non perdere. Mi aspettavo una prestazione peggiore. Le ho pareggiate tutte tranne una che ho perso per uno a zero. Ed è stato un mezzo furto perché il mio portiere era finito dentro la porta e il mio avversario non ha aspettato. Il regolamento glileo consente, il fair play no. È stato un peccato perché avremmo potuto concludere imbattuti, gli unici del torneo.
Nel complesso è stata una bella giornata. Buon clima, sia atmosferico, che psicologico.
Si attende l'inizio del campionato sociale.
È già suonato il campanello d'allarme dopo la deludente prestazione della compagine napvalica nei tre test di pre stagione.
Le tre sconfitte di fila, l'ultima di misura ma con una diretta concorrente del prossimo campionato, hanno messo in evidenza una serie di lacune che pongono non pochi grattacapi a mister Sindacuz.
Sicuramente il reparto su cui si deve intervenire al più presto è quello difensivo. I troppi errori tattici e le eccessive ingenuità nelle marcature, soprattutto durante i contropiedi, hanno aperto il fianco ad attacchi che si sono spesso conclusi con una segnatura.
Eccellente invece la prestazione del portiere che, fino a quando ha potuto, è riuscito a tenere in piedi l'intero reparto costituito da una difesa spesso colabrodo.
Buona la prestazione del centrocampo. Gli schemi di gioco predisposti dal mister, lunghe verticalizzazioni fino all'area di tiro, pochi passaggi e un presssing alto sulla trequarti, hanno ancora bisogno di essere messi a punto, ma l'idea complessiva è che la squadra ne abbia recepito i principi essenziali.
Altra cosa l'attacco. Permane ancora una certa incertezza nelle conclusioni. Spesso manca l'ultimo passaggio e la manovra risulta fumosa quando non è affrettata. Su tutto pesa poi la persistente imprecisione nel tiro.
Sono quindi diversi i problemi che mister Sindacuz dovrà affrontare prima dell'avvio del campionato. Durante la conferenza stampa il mister ha risposto alle pressanti domande dei giornalisti che gli chiedevano conto della facilità con cui sono stati subiti i goal, manifestando soddisfazione per la prestazione complessiva della squadra. "Sono consapevole dei problemi che abbiamo ancora in difesa. Ma nel complesso sono contento della prestazione dei ragazzi che uscivano da una lunga pausa protrattasi per tutta l'estate e senza la possibilità di allenarsi. Non mi aspettavo nulla di meglio. Abbiamo capito dove dobbiamo intervenire. Queste partite servono a questo". Sarà. L'impressione è che il lavoro da fare sia ancora lungo e i tempi sempre più stretti.
Prossimo banco di prova, sarà la clericus cup di domenica. I tifosi non nutrono false aspettave sull'esito della competizione ma si attendono una prestazione degna di una squadra che sarà chiamata a competere nel massimo campionato cittadino.
U.r.s.s. - 11° posto con onore. |
Il mio tentativo di creare una Salernitana 1978 . Spero di giocare con questa squadra il prox. campionato. |