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martedì 26 dicembre 2017
The lobster o L'aragosta
venerdì 8 dicembre 2017
Campioni di guai
Eccone un esempio: "Campioni di guai" il cui titolo originale è "Necessary Roughness" che mi pare suoni un po' come "rudezza necessaria" o qualcosa del genere. E' un film del '91 e scommetto che pochi se ne ricordano. Da parte mia l'avevo visto da ragazzo e finalmente pochi giorni fa ho avuto la possibilità di rivederlo.
Sono convinto che i film "sportivi" siano suddivisibili in tre sottocategorie distinte e distinguibili:
- i Biografici o Biopic, cioè quelli che raccontano di qualche personaggio / storia reale. Si tratta generalmente di drammi in cui il protagonista di solito trova nello sport il riscatto per una situazione di partenza svantaggiata, la povertà, una malattia, o qualsiasi altra sfiga (ad esempio: Imbattibile basato sulla storia di Vince Papale);
- i drammatici ma non reali. Sono come i precedenti con l'unica differenza che la storia non è vera, ma a volte ispirata a fatti reali. C'è sempre un protagonista che affronta delle avversità e solitamente nello sport realizza la propria esistenza, a fronte di sfighe, sventure, incidenti e quant'altro (esempio: ogni maledetta domenica di Oliver Stone);
- infine le commedie/comici. Sono spesso film demenziali, con personaggi fortemente caratterizzati e spesso macchiettistici. Abbiamo di solito un protagonista, il vincente, attorniato da una serie di personaggi improbabili. Solitamente le storie presentano elementi irreali come, animali che sono giocatori attivi di squadre di calcio, bambini così bravi che giocano in nazionale (giuro: vedasi Fimpen il goleador), donne che entrano nelle squadre maschili e così via. Spesso la caratteristica di questi film è mantenere il livello comico per tutto il tempo e poi chiudere riscattando il senso con il messaggio finale che è spesso un non mollare, non cedere ai compromessi, e così via (e qui di esempi ce ne sono anche in Italia, con L'allenatore nel pallone e Mezzo destro mezzo sinistro).
Ecco, Campioni di Guai rientra nel terzo gruppo di film. Si tratta infatti della classica commedia sportiva americana, ambientata in questo caso nel mondo del football universitario.
La storia è molto semplice, e senza spoilerare nulla (perché non c'è proprio niente da spoilerare) è all'incirca questa: in un college del Texas, in cui il football è lo sport per eccellenza tra tutte le discipline, la locale squadra viene azzerata da uno scandalo di corruzione e violazione delle rigide regole sul divieto di elargire compensi agli studenti - giocatori. A questo punto, per portare avanti il "programma" di football dell'università, tanto caro ai finanziatori, viene ingaggiato un vecchio allenatore fiero e integerrimo che avrà il compito di formare le poco ortodosse nuove leve). A fare da ciliegina sulla torta il vecchio Bakula, che vecchio in tutti i sensi (intepreta un uomo dalla veneranda età di 34 anni...) viene richiamato sul campo di football, abbandonato anzitempo per problemi familiari, dove potrà riscattare il tempo perduto. Il resto della storia sono tutti riempitivi. Il senso è tutto qui.
venerdì 24 novembre 2017
Abbasso il black friday!!!
E il motivo di quest'odio è semplice ed è tutto nel dialogo tra Edward Norton e Brad Pitt nel film Fight Club
E Risparmiate un po'.
venerdì 10 novembre 2017
Focus - niente è come sembra - PURTROPPO...
Ho provato 5 volte a vedere questo film e finalmente ci sono riuscito.
In pratica tutte e cinque le volte mi sono addormentato nello stesso punto.
Non c'è niente da fare, la maledizione del divano è più forte di qualsiasi potere cinematografico.:
domenica 5 novembre 2017
Dune il film
Avevo scritto che volevo vedere il film tratto dal romanzo di Herbert. Presto scritto presto fatto.
Nel 1985 viene realizzato questo film prodotto da Dino De Laurentiis per la regia e sceneggiatura di David Lynch.
Secondo quanto riportato da Wikipedia Dune era ritenuto un romanzo impossibile da essere trasferito sullo schermo sia per la necessità di effetti speciali complessi e quindi costosi, sia per la complessità della trama e della scrittura di Herbert. Nel mio precedente post non ho approfondito questo aspetto, ma sostanzialmente sono d'accordo. Herbert opera una scelta narrativa che prevede un'alternarsi di azione propriamente detta (quindi il susseguirsi di eventi e azioni, ma anche descrizioni di luoghi e personaggi) e di introspezione psicologica resa manifesta dalle riflessioni/meditazioni dei protagonisti, anche all'interno dei dialoghi e a commento di questi. Il suo tentativo, riuscito non c'è ombra di dubbio, è quello di creare sia un mondo esteriore, l'arido ed apparentemente inospitale pianeta Arrakis, sia un mondo interiore, fatto di riflessioni, paure, idiosincrasie, ecc.
Ovvio che tradurre sullo schermo questa particolarità narrativa fosse considerato, come dice Wikipedia, "impossibile".
E qui interviene Lynch che per farlo doveva giocoforza occuparsene in toto, cioè iniziando dalle radici, cioè dalla sceneggiatura di cui infatti è autore (ovvio che il soggetto ce l'aveva già: il libro).
A questo punto vorrei aprire qui una parentesi che ritengo funzionale alla spiegazione di questo film.
giovedì 2 novembre 2017
Il concorso
Sarà questo testo la mia bibbia per le prossime tre settimane?
Tutto sommato mi sento di consigliarlo. È un testo esaustivo e chiaro (nella maggior parte dei capitoli: quello sul bilancio fatico a comprenderlo, ma sarà per colpa mia che non ci arrivo...) e soprattutto la suddivisione dei capitoli è ottima perché molto razionale, così da rendere agevole sia lo studio che il ripasso.
L'unico problema è l'argomento trattato.
'Na palla...
martedì 31 ottobre 2017
Dune
Ho finalmente finito di leggere "Dune" di Frank Herbert. Dico finalmente per due motivi: primo perché era da tanto che volevo leggere questo classico della fantascienza, secondo perché una volta iniziato quest'estate, me lo sono trascinato per troppo tempo. Non che sia noioso, anzi, è che i miei elefantiaci tempi di lettura mi impediscono di leggere un romanzo in tempi brevi. Questo poi viaggia sulle. 600 e passa pagine, per cui non e stato uno scherzo.
Che dire? Da leggere, ovvio.
Dune è un'opera seminale per tutto l'universo fantastico/fantascientifico ed infatti si sprecano i nomi di coloro che affermano di essere stati influenzati dalla lettura di quest'opera. Tralasciando i dettagli della trama si può dire che in Dune ci sono molti dei temi tipici del romanzo epico. Che potremmo elencare:
-ALLERTA SPOILER-
Il giovane dai nobili natali che viene detronizzato e dovrà vagare per anni in un ambiente ostile fino a ritrovare se stesso in una nuova consapevolezza; l'uccisione del padre che scatena la ricerca della vendetta a tuttti i costi che diverrà il culmine del viaggio; la protezione divina in questo caso della madre che accompagna l'eroe - e a propositoi viene in mente il peregrinare di Enea sotto l'egida di Venere- ; l'amore per una donna contrastato dalla tribù ma ricambiato da lei; il duello finale; lotte, battaglie, intrighi, tradimenti, lealtà.
Herbert ha avuto inoltre il pregio di aver creato un mondo tout court e una forte mitologia che lo definisce e lo completa.
Non a caso vinse il premo Hugo e il Nebula e fu consacrato nell'olimpo della fantascienza.
Nel 1984 ne fu tratto un film con un cast stellare e la regia di David Lynch. Il film fu di forte impatto visivo per l'epoca grazie anche agli effetti speciali di Carlo Rambaldi ( per i pochi sulla Terra che non lo sappessero, l'inventore di ET), tanto che divenne un cult.
Rimando ad nuovo post per un comento del film.
See ya.
mercoledì 2 agosto 2017
È da un po' che non leggo fumetti...e intanto arriva il Dampyr
Stavo leggendo un mio post del 2012 ( se non lo leggo io 'sto blog, chi lo legge? A parte il mitico L. ovviamente...) e all'epoca leggevo ancora i fumetti. Nathan Never per la precisione. Credo che l'ultima lettura continuativa sia stata la saga della guerra dei mondi. Poi ho comprato qualche numero che non ho nemmeno letto. Stessa cosa per i Dylan Dog. Ho letto i primissimi numeri del nuovo corso, perché si trattava di un cambiamento epocale per un fumetto che un tempo ho amato, e non mi sembrava giusto perdermeli. Ma poi basta. È che anche i fumetti mi hanno stancato. Tanto è che l'ultimo acquisto, due speciali di Deadpool, che figuriamoci, li ho acquistati questo inverno nella fumetteria vicino casa, ora trasferitasi in un altro quartiere della città, solo sull'onda emotiva indotta dalla visione del film. E non li ho ancora letti!
Allora sarà la neghittosa aria vacanziera, sarà la provvidenziale segnalazione di mio cugino E., sarà che è il primo esempio di vero cross-over in salsa bonelliana sulla serie regolare (ricordo un precedente Dylan-Martin Mistere, ma credo fosse uno speciale), insomma sarà tutto questo, alla fine ho acquistato l'albo "Arriva il Dampyr".
Considerazioni: a dispetto del mio testardo misoneismo che mi rende nostalgico del vecchio corso, devo dire che la storia c'è. La sceneggiatura è buona e convincente. Poi come difetti possiamo anche parlare dei disegni ( mi dispiace, ma non li ho apprezzati totalmente) e del fatto che Dylan, dal confronto con il Dampyr, ne esca fuori un po' come un povero sfigato, (insomma non puoi affrontarlo dicendo che non ti sparera' perché è della squadra dei "buoni", perché è ridicolo e buonista. E non hanno ancora capito che è stato l'eccesso di buonismo ad allontanare i lettori dalla serie), più di quello che sarebbe la tradizione, ma alla fine il risultato funziona. Ora la speranza è più che ovvia e cioè che non mandino tutto in vacca con il prossimo numero che chiuderà la storia. Speriamo. Intanto nell'attesa, poiché abbiamo fatto trenta facciamo pure trentuno e leggiamo un vecchio romanzo di Sclavi, che da un po' dovevo assolutamente leggere: Dellamorte Dellamore. Chi si ricorda del film? Rupert Everett vs. Anna Falchi. Trucco e parrucco pure di un certo livello, che se non sbaglio aveva pure ricevuto un premio importante. Cmq un filmetto che vorrei rivedere anche se all'epoca non mi aveva colpito particolarmente. Intanto, via con il romanzo che mi piace pure di più se non altro per il solo Dellamorte, ben più figlio di 'ntrocchia e anche qualcosa di più del suo corrispettivo cinematografico.
Adieu.
martedì 25 luglio 2017
Sconforto
Volevo scrivere in post incazzato e mi ritrovo a scriverne uno in preda allo sconforto. L'argomento che aveva suscitato la mia indignazione era la notizia della buonuscita di 30 mln di euro (80% in azioni e 20% in contanti) che guadagnerebbe l'ex ad di tim dopo solo 1 anno di lavoro (!). Il fatto è che nessuno ha detto nulla, fatta eccezione per un articolo di Cazzullo sul Corriere pubblicato due gg dopo la diffusione della notizia.
Questa è stata l'unica timida contestazione.
Ma proprio nessuno dice nulla? Certo, capisco che esistono altri campi, quali il calcio e lo spettacolo, dove sono elargiti stipendi ultra generosi per nulla, ma mi sarei aspettato un minimo di reazione. Invece no. Come a dire: Non ce ne frega nulla, tanto è uguale. Ed è continuando la lettura dell'articolo di Cazzullo che alla rabbia è subentrato lo sconforto. Perché forse il punto non è l'entità della buonuscita in sé. Ma il contesto in cui si colloca. Disoccupazione diffusa, emigrazione dei giovani, calo demografico e penetrazione nel nostro sistema economico di aziende straniere ( è stata un'azienda francese a scalare tim, e quindi a sostituire l'ad). E chi pensa a tutto questo? Nessuno. E il governo? No, non ha i mezzi, è troppo debole e il prossimo se si riuscirà a farlo, sarà ancora più debole, almeno secondo i sondaggi che prevedono una spaccatura dell'elettorato in tre parti uguali: sx, dx e 5stelle. Ma che volete infatti che esca fuori da una situazione del genere? Un governo che risolve i problemi? Già sarà tanto se lo riescono a fare.
Così oggi leggo di quell'esponente del pd che ha lanciato un allarme contro la sparizione della "razza" italiana causata dal calo demografico e dalla mancanza si politiche per la tutela delle mamme. Allora cosa succede? Che viene attaccata perché ha usato la parola "razza". Lo riconosco è un termine infelice (e come sempre quelli del pd non sanno comunicare pur avendo buone intenzioni). Ma porca miseria, il problema c'è. C'è un problema di natalità in questo paese. E questo problema è la diretta conseguenza di altri due problemi: la mancanza di sostegno alle famiglie e alla maternità. E invece di parlarne si lanciano strali indignati contro le parole e le persone e non si affrontano i problemi veri. Bravi, bravi. Così non si va da nessuna parte.
lunedì 24 luglio 2017
La legge della notte...ma anche no.
Recensione napvalica.
Allora. Il film si lascia vedere, nel senso che non mi sono annoiato tranne nel punto in cui credo di essermi addormentato per qualche minuto, ma perché ad una certa ora sul divano crollo. Quindi non so se mi sono perso qualcosa della trama, è che comunque il film ha la pecca di essere un po' piatto. Senza spoilerare la trama, lo spunto di partenza è questo: un tipo normale partecipa alla prima guerra mondiale dove viene a contatto con la morte e ne resta schifato. Deduce di non voler più prendere ordini da nessuno, per questo decide di fare il criminale (!). Dunque, Affleck è lo sceneggiatore, è il regista ed è pure l'attore protagonista. E qui sta il problema. Afflecckone, ma che ci combini?
Andiamo con ordine:
Il titolo non c'azzecca nulla. Né quello italiano ("la legge della notte", ma quale legge è? Boh?), né quello originale ("live by night". Ancora con 'sta notte, ma se si svolge per lo più di giorno. Boh? Ah, ma può esse 'na metafora. Nun l'ho capita. Boh?).
La sceneggiatura dà l'impressione che si avessero un sacco di idee ma che non si sapesse quali scegliere né dove andare a parare. Inizia con una voce fuori campo e un flashback e dici ok allora è tutto così. Poi la voce sparisce e quando si chiude il flashback il film va ancora tanto avanti. Mah. Poi ci sono almeno 4 finali senza contare che il protagonista non muore mai, riesce in tutto e sconfigge tutti i cattivi. A questo punto non mi sarei stupito se avessero detto che ce l'aveva pure enorme, perché così tutto quadrava.
Poi la recitazione. Ok in ogni fotogramma c'è Affleck e se il film lo vedevo al cinema probabilmente era lì che mi serviva anche i pop corn. Però il punto è che sembra imbolsito e poco espressivo. Ma insomma, se al suo posto ci si metteva un cartellone con la sua foto e lui che leggeva le battute in ciabatte dietro la macchina da presa il film veniva uguale lo stesso.
Per finire: nulla. Purtroppo sono lontani i tempi degli Oscar.
See ya soon cowboy.
domenica 16 luglio 2017
Te lo leggo nella mente
martedì 11 luglio 2017
L'isola di Arturo
Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme, sconfinata come un oceano.
L'isola non si vedeva più.
mercoledì 5 luglio 2017
Morto Villaggio, muoiono i blog, e c. vari
E qual è il modo migliore di celebrarlo se non essendo protagonisti di una scena fantozziana proprio nel giorno della sua morte.
In mattinata al lavoro vado in bagno. E quando mi sbottono i pantaloni, il bottone si stacca e vola diretto in fondo alla tazza. Pluf. Lo guardo affondare e penso: "Ecco, a te Fantozzi".
Ok. Ma Villaggio non è stato solo questo. E va bene, ma ciascuno di noi, come sempre accade in questi casi, lo ricorderà per qualcosa in particolare. Per me, come per molti sono i film di Fantozzi, i primi sopratutto, perché gli ultimi mi sono sempre rifiutato di guardarli. Per mia madre probabilmente per il tedesco di "Cermania" Krunz, che già quelli della mia generazione non conoscono.
Allora muoiono anche i blog (qui), così scriverci è fuori tempo. Bene, bene, così non avrò rimpianti quando lascerò passare troppo tempo tra un post e un altro.
Allora (e tre...). Ho finito di vedere la seconda stagione di Mr. Robot . Una serie Fantathriller, se così si può dire, che Infinity ha trasmesso intera.
Diciamo che i primissimi episodi della prima stagione sono un po' aridi, ma hanno un che di disturbante che ti induce a proseguire. Via via la trama diventa sempre più fitta e intricata con successivi colpi di scena che spiazzano. Insomma si rimane incollati. E mi stupisce che finora non abbia avuto la stess fama di altre serie che vanno per la maggiore adesso.
La cifra stilistica della serie è l'inquadratura scentrata, in cui il parlante è collocato in primo piano in basso a sinistra o a destra dello schermo. Ci sono anche diversi silenzi e temi dilatati, ma il tutto non stona. Da vedere.
E ora un quesito per tutti:
Ma perché cazzeggiando su youtube ho trovato questa canzone che esprime perfettamente il mio umore di questo periodo?
venerdì 23 giugno 2017
Fa caldo, maledizione!
Questa mattina mi sono svegliato alle 4.00 pensando al mio esangue conto in banca. Diciamo che l'angoscia mi fatto passare subito il sonno e dopo una sosta sul divano di un'oretta circa, a non fare nulla, mi sono riaddormentato verso le 6.00 per rialzarmi con la sveglia delle 6.30.
Ok.
Ho messo la sveglia presto perché avevo del lavoro arretrato che volevo assolutamente smaltire prima del fine settimana così mi sono recato in ufficio prima del solito per iniziare di gran lena.
(Parentesi psicologico-filosofica che i meno svegli possono saltare)
Mentre guidavo per le strade poco trafficate della città ho meditato sulla mia situazione e sono giunto alla spiacevole conclusione che è tutta colpa mia. E' molto semplice: la psicologia ci insegna che non possiamo cambiare la realtà o quello che ci succede. Possiamo solo cambiare il nostro modo di reagire alla realtà. Qualsiasi evento, aggiungo io, non è di per sé né piacevole né spiacevole perché siamo solo noi a dargli un significato.
Questa riflessione, frutto di letture sballate e nozioni acquisite in studi universitari, mi hanno indotto a chiedermi: cos'è che induce a dare un significato piuttosto di un altro?
E mi sono dato la risposta della PNL : la mappa non è il territorio. Cioè i nostri schemi mentali e le nostre idee non sono la realtà ma solo una sua interpretazione. Il punto è che questa nostra interpretazione genera a cascata tutta una serie di conseguenze, tra cui appunto il nostro modo di dare un senso agli eventi.)
Succede che una pratica maligna mi ha bloccato per un'ora circa e quindi tutto l'anticipo su cui avevo investito è andato in fumo.
E allora altra ansia, per la pratica in sé e poi perché ne sono arrivate altre e altre e altre e non finivano più. E quello che è triste è che tutte le meditazioni della mattina, quelle fatte mentre guidavo e che i meno svegli non hanno letto (andate sopra e rileggete, se no levatevi dalle palle che questo blog non è per voi ...Sorridete! Gli spari sopra. Sono per voi.)
Conseguenza: ho avuto il muso per tutta la mattinata. Non ho fatto nulla per nasconderlo e i colleghi più rompipalle se ne sono anche accorti e me l'hanno fatto notare.
Alla fine sono uscita un'ora dopo il previsto. Non mi verrà pagata a meno che non mi impunti e la recuperi uscendo prima un altro giorno, ma questo significherebbe avere altri arretrati da smaltire il giorno dopo e così via.
Oggi pomeriggio c'è stata la festa di fine anno all'asilo di mia figlia e non finiva più. Era all'aperto sotto il sole. I bambini erano stanchi e i genitori avevano facce scure e l'evidente desiderio che tutto finisse il prima possibile.
E adesso fa caldo. Sto sudando perché stare davanti al pc si muore. Grondo di sudore e i vestiti mi si appiccano addosso e inizio pure a sentire sonno.
Desiderio
Voglio guardarmi un film prima di andare a letto, anche se non so bene quale. Uno qualsiasi, bello però; che mi faccia dimenticare la giornata e l'angoscia del conto corrente.
Buona notte.
giovedì 22 giugno 2017
Ma quanto manca alle vacanze?
Sto iniziando a contare i giorni che mancano alle mie ferie. Troppi, più di un mese. Vado al lavoro per inerzia. Sono i ritmi scolastici, a cui sono ancora abituato a distanza di tanti anni. Così a giugno le energie vengono meno e mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa.
Sto leggendo con molta fatica "L'isola di Arturo" di Elsa Morante. Lo volevo leggere da tanto tempo - vergogna, non averlo letto da ragazzo! - ma ora me lo trascino poche pagine una sera dopo l'altra prima di addormentarmi.
So che dico una bestialità, e non è il caso di questo romanzo, ma siamo sicuri che tutti i classici meritino di essere letti? Forse alcuni appartengono ad un'epoca troppo lontana, e forse altri non piacciono e basta. Bisognerebbe accettare queste possibilità. Invece io mi ostino e penso: eh, no, questo non si può leggere se prima non hai letto x. Il che, lasciatemelo dire, è proprio una cretinata.
Va bene leggere buoni romanzi e va bene lasciarsi incuriosire fa titoli sentiti r mai aperti prima. Per il resto, chissenefrega.
domenica 18 giugno 2017
The hateful sunday
sabato 17 giugno 2017
A riposo
Dovrebbe essere questo l'aggeggio di moda quest'anno?
E sia. Prendiamolo subito allora. Anzi due, che c'è anche la consorte, please.
Arrivo a casa e non ho voglia di fare nulla.
Ma guardare la tv e mangiare schifezze è una buona o cattiva abitudine?
Mi piace leggere l'oroscopo di Rob Brezsny su Internazionale perché, strano a dirsi per un oroscopo, non ha pretese di vaticinare il futuro, quanto quello di dare consigli più psicologici che astrologici.
È in oroscopo settimanale e questa settimana consiglia a tutti quelli sel mio segno di abbandonare una cattiva abitudine e un'abitudine neutra per sostituirle con due buone abitudini.
Va bene ma quali sono le abitudini cattive?
Cattiva:
Cazzeggiare al cellulare quando sono con le mie figlie.
Da sostituire con:
Riporre in tasca il cellulare e giocare con le figlie.
Poi bisogna pensare ad un'abitudine neutra. E quali sono le neutre? Quelle né buone né cattive in sé, ma che fanno spendere inutilmente energia mentale.
Eccone una:
Stare spaparanzato sul divano a guardare la tv saltando inutilmente da un canale all'altro.
Da sostituire con:
Scrivere.
Qualcosa di sensato possibilmente.
O sul blog o anche a mano, sul quadernetto nero che avevo comprato per il corso di scrittura. Sì, in questi lunghi mesi di assenza dal blog ho scritto a mano la sera su un quaderno nero. Va bene come giustificazione per l'assenza?
A proposito, questo post l'ho scritto con il cellulare. Quindi può contenere errori di battitura e i rientri possono essere fuori posto.
Ciao-ciao.
martedì 13 giugno 2017
E mentre scrivevo...
Sapete che è successo mentre scrivevo l'ultimo post?
Che la seconda figlia, appena uscita dalla doccia, mi si è seduta a fianco e con un bel pennarello arancione si è colorata tutte e due le gambe.
A seguire: lamentele della consorte e repentina pulizia con salviette ad opera del sottoscritto.
Bentornati su Napval.
Ma quando si riprende a scrivere sul blog?
Allora, ricominciamo?
"Non ce la faccio" è il trito e ritrito refrain della mia vita. Ok, è solo per far piacere a L. che mi rimetto a scrivere sul blog, con l'ormai vetusta e sputtanata idea si avere una certa continuità che non avrò mai.
Ma almeno riprovarci no?
E va bene ci riproviamo. Ma sì, dai, un'altra volta che tanto a parte L. Non ci legge nessuno e almeno con l'app per cellulare è meno faticoso sedersi al pc e pigiare sui tasti.