Ecco un libretto nuovo nuovo, capitatomi tra le mani di recente: Ultras. I ribelli del calcio di Andrea Ferreri.
Si tratta di una disamina del fenomeno ultras dalle origini (anni '60) ai giorni nostri (i duemila e passa).
Ovviamente oltre a narrare brevemente l'evoluzione del fenomeno tracciandone quindi i più significativi tra i suoi tratti storici, Ferreri si occupa anche di fornirne una chiave interpretativa.
Interessante è il riferimento alla teorizzazione di Hakim Bey Zone (alias Peter Lamborn Wilson, poeta, saggista e critico anarchico) secondo cui le curve rappresenterebbero delle vere e proprie t.a.z. cioè delle zone temporaneamente autonome in cui decade il controllo sociale e si realizza uno spazio limitato di libertà rispetto alla società esistente.
Si potrebbero quindi considerare gli ultras come una sorta di ultimo avanposto di ribellismo giovanile che ha ereditato dal crollo dei movimenti del '68 l'energia propulsiva e l'ha incanalata in un fenomeno che oltrepassa i confini della semplice passione calcistica.
Non sono per nulla un sostenitore del mondo ultras. Preferisco andare allo stadio e vedere una partita in santa pace senza il patema di entrare in un luogo in cui devo temere di essere aggredito (e mi dispiace per l'autore del libretto o di quanti sostengano l'etica ultras ma spesso oggi accade proprio così, se no non staremmo qui a discuterne).
Ma è innegabile che dentro il fenomeno ultras coesistano una serie di dinamiche socio - culturali che sarebbe stupido liquidare senza un'attenta disamina almeno da parte di chi si impegna a capire realmente cosa accade e perchè.
Ovviamente come in ogni manuale sugli ultras che si rispetti non può mancare la critica ai mass media, rei di aver sempre utilizzato a piacimento gli ultras, osannandoli quando erano creativi autori di festose coreografie e condannandoli di fornte alle imperturbanze e alle devastazioni).
E' una lettura che consiglio perchè ben argomentata e di alta leggibilità.
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