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venerdì 7 dicembre 2018

Cattivi vicini - il seguito

Aspettavo da in po' di poter vedere questo seguito di Cattivi Vicini. Non che il primo fosse memorabile e purtroppo non lo è nemmeno questo, ma insomma, volevo vedere dove sarebbero andati a parare.

Diciamo che dopo attenta riflessione ho capito cosa non funziona di questo sequel e forse pure del precedente.

L'idea di partenza secondo me è buona. Si tratta di un conflitto tra una coppia di persone normali, quarantenni, ex giovani, del ceto medio, e una confraternita  universitaria americana capeggiata da un leader indiscusso e carismatico. Questa è l'essenza della tram di entrambi i film, salvo che nel secondo la confraternita è prettamente femminile ed è mossa dal desiderio di affermarsi in quanto tale, cioè di sole donne, per sfondare il miro dei pregiudizi sessisti che segnerebbe la loro permanenza al college.

E se fosse tutto qui, la cosa sarebbe anche piacevole. Se ci si limitasse a costruire un film su questo conflitto e sulle botta e risposta a suon di scherzi, e dispetti più o meno feroci, ne uscirebbe un filmetto divertente. Ma in entrambi i capitoli e soprattutto nel secondo, si inseriscono troppe sottotrame o sottotrame a cui si dà troppo spazio, che distolgono l'attenzione e rendono la trama priva di quel crescendo di tensione che meriterebbe. Si tratta di scelte, per carità,  che a mio modo di vedere penalizzano il risultato.

Poi certe trovate sono anche simpatiche, soprattutto se basate sulla distanza generazionale tra i protagonisti. Nel primo film una chicca è quando Efron e Rogen discutono, mezzi storditi, su qual è il miglior Batman: non è forse Keaton per noi quarantenni? Senza nulla togliere ad Adam West, si intende, direi io.

Mu vengono in mente due precedenti sul tema, seppur un po' distanti, ma entrambi da recuperare: Tin men con De Vito e Dreyfuss, e Due figli di... con Martin e Niven. In entrambi la guerra tra i protagonisti è tremenda ed ovviamente comica.
Ma temo che siamo su altri livelli di bravura e di vis comica.

Fine

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