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domenica 15 maggio 2011

Il mondo deve sapere di M. Murgia

Ho letto il libro di esordio di Michela Murgia: il mondo deve sapere. E' la trasposizione in un testo cartaceo di quanto scriveva in un blog a proposito della sua esperienza presso una concessionaria Kirby.

Già il titolo colpisce: il mondo deve sapere. Sapere cosa? Il grado di vessazione, ingiustizia e il clima di concorrenza spietata a cui sono soggetti quei lavoratori del call center costretti a quattro ore giornaliere di telefonate ininterrrotte a poche centinaia di euro al mese senza più quei diritti acquisiti dopo anni di lotte sindacali.

"Il mondo deve sapere" è un titolo che trasuda rabbia. E la stessa autrice nella post-fazione presente alla fine del libro nell'edizione Ibs, richiama questa rabbia. Perchè quale altra emozione può provocare un trattamento simile?

E' un testo che colpisce, agile e breve ma la scrittura è leggera e scorrevole e il tono quasi scherzoso per cui può trarre in inganno. Non è un testo comico è altresì terribilmente tragico.

Murgia dice che il mondo deve sapere cosa succede là dentro. Mi chiedo: e se il mondo non volesse saperlo? Perchè questa è la mia impressione che in realtà non si vuole conoscere il problema lavorativo che la generazione dell'autrice sta subendo e non lo si vuole affrontare tanto è vero che ci si nasconde dietro frasi fatte ("oggi bisogna essere flessibili", "il mondo è cambiato" ) e giudizi di valore sulla pessima gioventù nazionale ("sono bamboccioni", "non vogliono crescere", "sono mammoni", e via dicendo).

I contratti a progetto andrebbero aboliti o quantomeno dovrebbe esserci un controllo reale sulla veridicità del contratto. C'è o non c'è un progetto dietro ad un contratto similel? Chiamare al telefono delle casalinghe per vendere un aspirapolvere è un progetto? Di che genere?
La triste verità che genera l'intollerabile ingiustizia che molti giovani (e aihmè anche non più giovani stanno vivendo) è che i contratti a progetto sono solo un modo disonesto e furbetto per un datore di lavoro per pagare meno contributi ad un lavoratore, per negargli diritti essenziali e irrinunciabili ( maternità, ferie, straordinari pagati) e per nascondere dietro un paravento di carta un contratto da dipendente a tutti gli effetti (ma di serie "b").

L'altro aspetto ripugnante di questa situazione è che non si fa niente perchè questo stato di cose fa comodo agli imprenditori che se ne approfittano impuniti.

E visto che ci siamo...che vadano aff..c..o anche tutti quelli che propongono stage.

Fine

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