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mercoledì 19 ottobre 2011

dylan dog- il film

Ho visto di recente Il tanto atteso film di Dylan Dog. Come fan di lunga data, anche se ora un po' meno assiduo, attendevo con trepidante attesa la trasposizione cinematografica del fumetto il cui precedente "Dellamorte Delamore" si era rivelato una semi delusione.

Quale è stato l'esito? Così così.

Perchè?

Perchè il problema fondamentale di un film su Dylan Dog è l'insormontabile paradosso che si crea quando gli unici a poterlo realizzare (per mezzi e soldi ecc) sono gli americani e gli unici che non lo dovrebbero realizzare sono gli americani stessi.

Gli americani sono bravissimi a tradurre i fumetti in film, basta guardare tutte le trasposizioni dal vecchio Batman di Tim Burton (il primo mi era piaciuto...) agli ultimi di Nolan senza tralasciare ovviamente i riuscitissimi X-Men. Ovviamente prendono anche loro delle cappelle, ma fondamentalmente le trasposizioni gli riescono bene.

Però Dylan Dog no. Non avrebbero dovuto farlo loro perchè non avrebbero mai potuto cogliere l'atmosfera underground del fumetto, le contraddizioni, la cultura elevata mista a quella pop, la melanconia del personaggio e tutto quanto ha caratterizzato questo comic nostrano.

D'altra parte qui da noi traduzioni di fumetti in film non se ne vedono almeno dalla morte del cinema di genere e mi pare che l'ultima decente sia stata quella di Diabolik di un certo Mario Bava (Bava dirige Diabolik è come Miyazaki che dirige Lupin III: that's incredible! a proposito ho rivisto proprio il castello di cagliostro: c'è tutto miyazaki negli stacchi della macchiana da presa e nel ritmo lento di certe sequenze).

Insomma da noi non ci stanno più abbastanza schei per rendere credibile un fumetto/film splatter come Dylan.

Allora dacci dentro Hollywood. E che succede?

Succede che ne esce un Constantine da poveri, cioè una storia in cui abbiamo un tizio privo di poteri soprannaturali che deve risolvere un enigma che coinvolge un mondo notturno alternativo a quello diurno e deve fronteggiare vampiri e licantropi (che udite udite: si odiano! Come nella migliore tradizione Twilight, Underworld et similia). Embè? Tutto qui? Purtroppo sì. Perchè il nostro indagatore dell'incubo, probelmatico ma disposto a credere nell'ignoto e nel soprannaturale è diventato un detective privato che ha addirittura il ruolo magico di essere il guardiano del mondo altro di vampiri e company. Ma dai, ma che c'entra!

Ma vediamo nel dettaglio le deviazioni rispetto al fumetto e capiamo dove il film pecca:

1. il personaggio
Dylan Dog originale è un ex poliziotto, ex alcolizzato, che fatica ad arrivare a fine mese con le 100 sterle più le spese che recupera (quando gli va bene) dai pochi clienti che ha. E' pieno di paure, misoneista, è propenso a perdere ingenuamentela testa per ogni femmina che incontra, è molto autoironico, è magro e affamato e costantemente fuori moda e al verde. Insomma è l'antieroe. Il D.D. del film è un figo, senza macchia e paura, muscoloso ed esperto dell'arte dell'investigazione, che dà del tu a tizio e a caio (i vari "mostri") come manco fossero i suoi compagni di scuola. Sicuramente era troppo pretendere che fosse Rupert Everett ad interpretare il personaggio, ma almeno non che fosse Brandon Routh che ha fatto Superman ( e infatti per superman il fisique du role ce l'ha).
Ma il problema vero non è la somiglianza fisica, è proprio l'aver stravolto l'essenza del personaggio: da antieroe problematico a ganzo che spacca il mondo. Non basta vestirlo uguale, fargli dire "right" (pessimo nella versione italiana), o "giuda ballerino". Non è più lui. Si è creato un personaggio ex novo che mi sembra perarltro molto piatto (e qui anche l'attore contribuisce con la sua minima capacità espressiva).

2. la location
Da Londra a New Orleans. Londra è la patria di Jack Lo Squartatore, nel fumetto è una città che spesso si trasforma in qualcosa di vivo o quanto meno di posseduto da demoni e spiriti che la plasmano, la deformano, la piegano. Ti perdi nella nebbia di Londra e ti ritrovi sgozzato in una pozza di sangue ai Docks. Londra è una città in cui puoi ambientare un horror. E' insomma una componente essenziale delle storie di Dylan. N. O. cos'è? Forse nella mentalità americana è la città più misteriosa che hanno, ma solo per tradizione culturale (vodoo et similia), come si capisce dalle interviste ai produttori presenti nel Dvd (almeno l'edizione che ho io). In realtà non c'entra nulla con la storia nè il personaggio. Non dice nulla.
Si poteva ambientarlo a New York e l'effetto sarebbe stato molto più simile a quello del fumetto.

3. Groucho, la spalla.
Vabbè, sarebbe stato troppo difficile mettere la maschera ad uno e fargli interpretare Groucho; l'esito sarebbe stato poco credibile. Allora lascialo solo. Che c'entra Marcus? E' la spalla comica che sopperisce alla mancanza della spalla originale. Quindi dovrebbe fare da controparte umoristica inserendo la componente humor che attenui la paura. Il problema che nell'originale l'humor è provocato dalle strampalate barzellette e dalle assurde battute non sense di Groucho; qui da un personaggio maldestro e buffo. Siamo su due piani troppo diversi.

4. il maggiolino
Nell'originale è bianco, nel film è nero: questa me la devono spiegare perchè non l'ho capita.

5. il ruolo di Dylan
Da investigatore dell'incubo a custode e arbitro di un'eterna lotta tra due fazioni che segretamente vivono su questa terra all'insaputa di noi poveri e ignari umani. Ma per favore!

6. lo splatter
Quello almeno è rimasto. Solo che nell'originale le situazioni sono ironiche. L'horror è spesso incorniciato in una situazione in cui viene demistificato dalla battuta o dal gesto ed è funzionale a comunicare l'assurdo. Nel film è un po' fine a se stesso (impressionare o spaventare) e comunque ci sono film molto più splatter e sanguinolenti di questo.

7. Il rapporto con la polizia
Manca il commissario Bloch che è diventato nel corso degli anni un personaggio assolutamente fondamentale del fumetto. Nel film si accenna brevemente al fatto che Dylan conosca i poliziotti...che è un po' come dire che conosce i vigili del quartiere.

In soldoni, si poteva fare diversamente? Sì.
Si poteva fare meglio? Forse. Forse il soggetto è troppo difficile da essere tradotto in film, oppure se proprio ci si vuole cimentare nell'impresa che almeno si faccia più attenzione e ci si metta un po' più di cura. In giro si vede di meglio sicuramente.

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