Visualizzazioni totali

giovedì 11 gennaio 2018

Congratulazioni hai appena incontrato la I.C.F (West Ham United)

Dovendo scegliere quale regalo di Natale farmi avevo optato per il libro di Stefano Mannucci "Il Suono del secolo". Nelle settimane che hanno preceduto le vacanze ho ascoltato alla radio, mentre andavo al lavoro, diversi aneddoti sulla storia del rock raccontanti dallo stesso Mannucci e riportati nel libro (in pratica una quotidiana marchetta per far acquistare il volume) ed ero interessato all'argomento (lo sono tutt'ora, non scherziamo!) . 

Poi quando si è trattato di passare al dunque mi è tornato in mente di questo libro di Cass Pennant che mi ero sempre ripromesso di leggere e che non avevo mai letto, così ho cambiato completamente idea e ho scelto "Congratulazioni...".
Non importa, prima o poi, non nel breve credo, mi procurerò anche il libro di Mannucci.

Quando l'ho acquistato ho letto sul volto del commesso della libreria un sorrisetto ammiccante del tipo: "Finalmente abbiamo trovato un pirla a cui sbolognarlo". Credo che  fosse rimasta l'ultima copia presente nel raggio di un migliaio di km. Quel tipo di copia che rimane così a lungo sugli scaffali che alla fine si sedimenta e non è più possibile tirarla via se non strappandone le pagine e la copertina. Probabilmente se avessi aspettato ancora me l'avrebbero tirato dietro, sempre che si ricordassero di averlo sugli scaffali. Ma io invece l'ho comprato a prezzo pieno: 12 euri, edizione Baldini e Castoldi per un totale di 441 pagine (e ora che lo riprendo in mano mi accorgo che la mia edizione è stata stampata a marzo 2017! Minchia! E' pure nuovo! La prima versione Baldini e Castoldi e Dalai editore è del 2004). 

Sono pentito della scelta? No, affatto. Sicuramente però mi aspettavo qualcosa di diverso. Se vi fate un giro sul web scoprirete che questo testo è accreditato come un must per tutti coloro che si interessano di ultras, hooligans e tifosi vari. Indubbiamente la I.C.F. (Inter City Firm - che deriva dal fatto che i suoi membri utilizzassero i treni intercity inglesi, per sfuggire ai controlli della polizia e presentarsi senza preavviso agli avversari) è stata una importante firm  nel panorama hooliganistico inglese (ma esiste 'sto termine? Ah no? Oddio, ho creato un neologismo!) Da qui l'importanza di "Congratulazioni...", in quanto testimonianza di uno dei suoi fondatori.

Ma è proprio questo di cui si tratta: una testimonianza. Sinceramente mi aspettavo una sorta di storia della firm. Cioè ero interessato a conoscere come è nata e come si è imposta la I.C.F. sulle altre bande del tifo organizzato. A questo il libro risponde in parte. La storia, per come la intendo io, traspare dai vari capitoli che seguono più un filo conduttore non necessariamente cronologico quanto quello della rivalità con le firm avversarie. Ecco che allora c'è il capitolo sul Millwall, quello sul Liverpool, quello sul Chelsea e così via. Per buona parte del testo, Pennant lascia la parola ad altri membri da lui incontrati in una sorta di Revival del 2001, in cui gli esponenti più rappresentativi della compagine hanno partecipato ad una trasferta organizzata a Manchester, in occasione di una partita di FA Cup. Da qui, da questo, meeting autocelebrativo e in parte dai racconti degli episodi vissuti insieme dai partecipanti nasce l'idea del libro.

Forse non sarebbe potuto essere diversamente. Non ci sono molte analisi o spiegazioni. Chi cerca risposte, come il sottoscritto, può solo stare a sentire i racconti degli hooligans degli anni settanta - ottanta diventati ormai rispettabili lavoratori e membri di diritto della onesta società. L'idea che pervade tutto il libro è un po' quella che non vuole spiegare ma mostrare. Un po' come se questi ex-hooligans ci dicessero: "Ecco, noi ve la facciamo vedere come era una volta, come era ai nostri tempi. Noi facevamo questo e quest'altro. Cose che voi nemmeno vi potete immaginare". Questo a mio avviso rende un po' monotona la lettura. Sì, ok, vi siete menati con quelli del Chelsea, poi da capo, vi siete menati con quelli del Manchester, poi con altri, e così via. Embè?

Ovviamente un minimo di commento c'è. Ed è la voce di Cass Pennant che ordisce la cornice entro cui dare voce ai suoi ex compagni di battaglie. Nonché fornirci una spiegazione del perché il fenomeno sia andato scemando. Confermandoci inoltre che il fenomeno si può contenere, se non addirittura controllare o reprimere.

Concludo con un concetto forse banale. Di fronte ad operazioni del genere mi vengono sempre i dubbi del borghesuccio ingenuo. In questo caso ingenuamente mi chiedo: quanto di autocelebrativo o di nostalgico c'è in quest'opera? A che pro infatti? Certo, se si vuole conoscere il fenomeno il modo migliore è quello del dare la voce ai diretti interessati e ascoltare. Ma è solo il primo passo. Cosa possiamo / dobbiamo dedurre da tutto ciò. In mancanza di una riflessione sul fenomeno il fenomeno stesso rischia di prendere il sopravvento. Ci sono due frasi romantiche, ma ambigue sulla quarta di copertina della mia edizione. La prima è accreditata come motto dell'I.C.F. e recita così: "Se non hai avuto una gioventù bruciata hai bruciato la gioventù". La seconda invece è dello stesso autore che afferma: "La violenza è il teppismo non furono mai insensati: c'erano dietro una cultura, una moda e una capacità di creare dipendenza". Bisogna fare attenzione. Siamo sempre sul filo del rasoio della spettacolarizzazione della violenza.

Bye Bye,

Nessun commento: