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domenica 20 marzo 2011

Il maledetto united - libro di David Pearce

Questo è uno di quei casi in cui la lettura del libro, dopo aver visto il film da cui è tratto, non tradisce le aspettative e non rovina il piacere della lettura. Ho voluto leggere questo romanzo che altrimenti non avrei conoscoiuto, proprio dopo aver visto il film e mi è piaciuto.

Il romanzo, come spesso accade, ha un taglio diverso dal film e consente all’autore di approfondire i personaggi di dargli paradossalmente più spessore di quanto non possa fare la messa in scena su pellicola. È questo il caso del Maledetto United e della storia di Brian Clough, l’allenatore inglese che negli anni ’70 dopo un esaltante periodo con il Derby County, con cui vinse il campionato inglese e sfiorò la finale di Coppa dei Campioni, passò ad allenare il Leeds United e fallì miseramente.

Due sono le differenze sostanziali tra libro e film

Nel film si pone l’accento sul rapporto tra Clough e Peter Taylor, l’inseparabile allenatore in seconda e amico del protagonista. Tale rapporto che diviene via via sempre più conflittuale ha poco spazio nel romanzo. Se è vero infatti che anche nel racconto su carta si seguono le vicende dei due personaggi, è unicamente Clough a fare da padrone e il protagonista indiscusso è lui.

Il secondo elemento è nel taglio che si dà alla storia. Il film è incentrato sulle differenze tra passato, il Derby e il presente, il Leeds, cosa che è evidente anche nel testo scritto. Nel libro però la narrazione è incentrata sulla paranoia e sul senso di accerchiamento provato da Clough durante la sua esperienza al Leeds. Il racconto è una costante narrazione della paura del fallimento e degli incubi che atterriscono il protagonista rendendolo schiavo della sua voglia di supremazia su tutto e tutti. E soprattutto su Don Revie, la sua odiata nemesi.

E forse è proprio qui la chiave di lettura del romanzo. Il fallimento come allenatore del Leeds era annunciato dalle ombre minacciose che attanagliavano l’allenatore ben prima che egli assumesse il nuovo incarico. Quelle malefiche ombre che ne oscuravano la serenità necessaria ad affrontare il difficile compito che si era assunto.

Concludendo: il romanzo è scorrevole e si legge in poco tempo. È consigliato a chi ha già visto il film ma anche a chi non lo ha fatto. Si parla di calcio ma non è necessario esserne appassionati per gustarsi il piacere di questa lettura. C’è inoltre la chicca della batosta presa dal Derby con la Juve e i conseguenti insulti contro i bianconeri che fanno abbastanza sorridere (ovviamente non ridere…).

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