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sabato 28 marzo 2020

Picard - un nuovo inizio? -- NO SPOILER--


Scrivo solo ora su Picard perchè ieri si è conclusa la prima stagione in italiano e volevo vedere dove andavano a parare prima di esprimere un giudizio. 

Prima domanda: se ne sentiva il bisogno?
Risposta: No, ma tanto l'hanno fata lo stesso.

Mi rendo conto che i produttori di serie tv devono quotidianamente sostenere spese elevatissime per mantenere il loro elevato stile di vita (ville a Hollywood, auto di lusso, vestiti, donne, viaggi esclusivi, sfizi di ogni genere) e a loro va tutta la mia comprensione ed empatia. Quindi capisco che avere tra le mani un franchise come star trek praticamente morto da più di un decennio sia un dramma che nessun operaio, minatore, donna delle pulizie o impiegato pubblico potranno mai capire a fondo. 

Ma si sa la fame aguzza l'ingegno. 


Ecco allora un'operazione che sta a metà tra nostalgia dei bei tempi (...eh quando c'era Picard queste cose non succedevano...magari ci fosse Picard, gliela farebbe vedere lui al virus...) e bisogno di trovare una linfa nuova, aprire nuove strade.

Il tutto inizia con una domanda che prima o poi tutti ci siamo posti nella vita: che fine ha fatto Picard?
Fortunatamente i provvidenziali sceneggiatori "ammaricani" ci tolgono ogni dubbio e fortunatamente ci liberano dalla sofferenza di questa spaventosa domanda: Picard è andato in pensione. 

Così lo troviamo bello bello nel suo buen retiro nella campagna francese, sostenuto e assistito da una coppia di romulani dal passato burrascoso, a badare alle vigne e a crogiolarsi nei ricordi dei tempi che furono. Il problema è questo ricordo non è così piacevole. Un uomo come lui, che a bordo dell'Enterprise, come ogni capitano di quella nave, ne ha viste di cotte e di crude non riesce a stare fermo o a rassegnarsi al fatto di lasciare fare alle nuove generazioni. Quando poi a chiedere il suo aiuto è niente poco di meno che il suo amico Data, allora non può proprio rimandare.

Questo è in soldoni l'inizio. 
Devo dire che la serie decolla da metà in poi. E verso la fine diventa anche abbastanza avvincente. Ma bisogna arrivarci. 

Il cast è buono. E a parte Stewart, ovviamente, ci sono anche altri apprezzati ritorni (che non vi dico per non sciupare la sorpresa). 

La storia è ben congegnata e secondo me si può giustamente ritenerla parte del canone trekkista. Dirò di più: è una buona serie di fantascienza laddove, a partire da un tema classico quale il rapporto tra uomo e macchine, uomo e robot, pone quesiti di natura esistenziale più elevati sull'origine e il senso dell'esistenza.

La messa in scena non si discute. Buoni effetti speciali, ma niente di trascendentale; in linea con star trek che conosciamo.
Un neo per i puristi potrebbe essere il fatto che le navi si pilotino con comandi olografici, un po' troppo avanti se prendiamo per buona la linea temporale di Picard. Ma vabbé, consideriamola una licenza poetica.

I personaggi sono ben tratteggiati. Ci sono sottotrame e storie personali che danno dimensione ai caratteri. Ovviamente in dieci episodi non ci si può spingere troppo a fondo, ma secondo me gli sceneggiatori hanno lavorato bene.

Ci cono i classici elementi di genere. Un nuovo equipaggio in rotta verso l'ignoto. Come andrà a finire? Lo sapremo nelle puntate che verranno. Senza spoilerare (ovviamente), dico solo che il finale lascia presagire una continuazione o meglio, pur concludendo la storia della stagione, getta le basi per nuove avventure. Vedremo quanto saranno avidi i produttori...

Concludendo.
Gli appassionati trekkisti non se la possono perdere, se non altro perché c'è Picard.
Tutti gli altri possono benissimo sopravvivere senza.
Non la metto tra le mie preferite e secondo me non vale Discovery, però la seconda parte della prima stagione, come intensità ci si avvicina un pochino. Quindi la salviamo.

Da vedere?
Boh. Vedete voi.


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