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mercoledì 4 marzo 2020

Hunters - cacciatori

Hunters. Ok ho finito la prima stagione. Ed è l'unica che è uscita. Per me potrebbe anche chiudersi qui, con i due colpi di scena finali che valgono la visione fino in fondo ma che non trascinerei oltre in un'altra o peggio ancora in altre stagioni.

Ero in dubbio se guardarla o meno perché avevo letto delle critiche negative. 
Bisogna sempre affrontare le cose in prima persona. Vederle in prima persona e non lasciarsi influenzare dal giudizio altrui, che può essere una guida, un orientamento e certo anche un consiglio. Però il giudizio deve essere sempre individuale. 

Per dare un giudizio secondo me bisogna distinguere due aspetti: la serie in sé e l'argomento trattato. Perché le critiche, anche da autorevoli associazioni, sono indirizzate soprattutto al secondo aspetto. 
Lasciamolo un momento da parte e parliamo della serie in sé. 

Di che genere stiamo parlando? Fantapolitica? Giallo? Spionaggio? Avventura? Ho difficoltà a dare una definizione cioè ad incasellare la serie anche perché spesso oggi i generi sono mischiati e se si inizia in un modo, si va a parare in un altro. 

Qui siamo di fronte ad una serie simil-spy che ha forti venature drammatiche, di avventura, di giallo, insomma un po' di tutto. Ma fondamentalmente si tratta di uno scontro tra un gruppo di buoni contro un gruppo di cattivi che si dispiega in una reciproca caccia all'uomo. Solo che se sul gruppo di cattivi non si discute (sono nazisti, originali e neo, e quindi sono dipinti come malvagi, crudeli, violenti e via dicendo senza sfumature), e va bene), è il gruppo dei cosiddetti buoni a presentare quelle particolarità potrebbero interessare di più e che infatti influiscono di più sullo svolgimento della trama. Da qui, mi viene da pensare, il senso del titolo "Hunters", appunto; come a dire che stiamo parlando di loro e non dei loro avversarsi. Ma per carità è solo una mia ipotesi. 

Poi c'è la messa in scena. E qui si ondeggia tra ricostruzione storica degli anni '70 americani, abbondante uso del flashback per parlare della guerra, svolgimento della storia al presente da più punti di vista, e uso di una serie di intermezzi letteralmente farseschi che dovrebbero puntualizzare e spiegare ai più i riferimenti storici e culturali trattati. Sopratutto questi intermezzi, secondo me rendeono la prima parte della stagione poco digeribile. Sinceramente non li ho capiti, non mi sono sembrati divertenti, né funzionali alla storia. Insomma, è chiaro, non mi sono piaciuti. 

Gli attori fanno la loro parte. I nazisti a volte sono caricaturali e ciò non rende un servizio alla serie. Tra i buoni ci sarebbe Pacino, se non che mi sembra un Pacino che recita se stesso. Cioè è molto distante dal Pacino-Jimmi Hoffa di Scorsese. Per carità, ci sta anche, e io sono un suo fan ab illo tempore, ma qui mi sembra un'interpretazione normale, quasi da minimo sindacale. 

Arriviamo alla seconda questione. E qui le cose sono un po' scivolose e vorrei entrarci in punta di piedi. Da quello che ho letto una critica è stata quella di spettacolarizzare la Shoah, rappresentando ad esempio delle situazioni o episodi non accaduti senza che ce ne fosse la necessità. In pratica, se ho capto bene, la critica è: già è stato un evento terribile, che bisogno c'era di inventare episodi non avvenuti? Insomma perché inventare episodi che non sono accaduti (inventare torture, per intenderci) quando già si potevano descrivere quelli che purtroppo sono avvenuti? 

Secondo me la questione è ancora aperta. Ci sono ormai diverse rappresentazioni di nazisti, vedi prosaicamente i cosiddetti nazi-porno del cinema di serie B degli anni che furono, vedi anche, perché no, "I Bastardi senza gloria" di Tarantino, e vedi ad esempio un romanzo che a me è piaciuto molto quale "La variante di Luneburg" di Maurensig. In tutti e tre i casi citati (vabbé, ok, i nazi-porno sono un estremo un po' da ridere), il nazisti sono quasi un pretesto per raccontare una storia di fantasia, magari con altri intenti. Capisco però che la questione possa urtare le sensibilità di molti. Ma a me non sembra che ci sia in questa serie un intento denigratorio né di spettacolarizzazione o comunque di sfruttamento della Shoah. Secondo me sarebbe stato peggio se ci fosse stata un'ambiguità nel caratterizzare o distinguere i buoni dai cattivi. Ma qui si è certi che ciò non avviene. 

Mi sembra che si ricalchi molto, ad esempio, l'atteggiamento di Tarantino. Le vicende narrate sono in qualche modo funzionali alla storia. E' ovvio che così come non si può prendere il film di Tarantino come una rappresentazione storica e un documento di studio e collocarlo al di fuori della dimensione cinematografica, non si può fare lo stesso con questa serie. 

Insomma la storia si deve studiare sui libri e sulle testimonianze, non sui film e le serie tv. Questo è solo cinema, niente di più. 

the end

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