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domenica 22 luglio 2018

I love Radio Rock

Forse dovrei iniziare scrivendo qualcosa sul fatto che non posto niente da un bel po' di tempo, ma non me ne frega nulla quindi...

Ieri ho finalmente visto I love Radio Rock (2009) di R. Curtis, che finora avevo solo visto a spizzichi e bocconi e mai fino alla fine.

Bisognerebbe tirare fuori il compianto Labranca che scriveva, se non sbaglio su Chaltron Heston, in commento di Questo piccolo grande amore di Baglioni, un elogio nostalgico e quanto mai veritiero sul fatto che lui, come molti altri, e come me del resto, avesse rimpianto di non aver vissuto i microeventi narrati nella canzone.

E questa è proprio l'emozione che suscita il film. Non è la Swinging London di cui si parla, ma di fatti ambientati durante quel periodo, in cui all'esplosione del rock seguiva il proliferarsi delle radio pirata che in barba alla barbosa BBC trasmettevano senza freni né ritegno la musica che i giovani dell'epoca volevano davvero ascoltare. Stiamo parlando di fatti reali seppur qui romanzati e resi in commedia musicale.

Eppure non è questo il motivo per cui il film piace e suscita quel rimpianto per ciò che non si ha vissuto.

Sono gli amici. I bagordi. Lo stare in mezzo al mare in una nave anarchica con una combriccola anarcoide ma sotto l'egida di un pater onestamente sopra le righe. Il rock, quello buono certo. Sono le ragazze che arrivano una volta ogni due settimane e quindi giù sesso o se non si è esperti e navigati (appunto!), giù con le prime esperienze e perché no figuracce.

E' tutto questo ed è anche fare finalmente ciò che veramente piace e ciò in cui si crede e sentirsi ancora vivi quando le luci si spengono.

E' un film leggero. Ma è un film che consiglio e che rivedrei con piacere se non altro per provare un po' di quell'emozione del rimpianto di non aver vissuto quei momenti e risognare ad occhi aperti di essere parte dell'equipaggio di quella folle barca.

Se ya later...

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