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venerdì 17 agosto 2018

Profondo nero. Un buon Dyd

Su segnalazione di un provvido cugino mi sono precipitato ad acquistare questo Dylan.

Ammetto che temevo di trovarmi di fronte a qualcosa di deludente, memore del doloroso trauma avuto in seguito alla visione de Il Cartaio (a proposito, dovrei recuperarlo da qualche parte, così, giusto per spirito masochistico).

Ho dovuto ricredermi dai pregiudizi e dalle paure che avevo.

Durante l'adolescenza i Dylan me li mangiavo con avida voracità, e ho avuto la fortuna di vivere quello che secondo me è stato il periodo d'oro della testata, quello delle storie più belle, quelle che rimanevano e che sono oramai dei classici, cioè gli anni novanta.

Poi non lo so.  Un po' sono cresciuto e ho perso interesse nei fumetti, un po' ho iniziato a percepire un cambiamento nel personaggio da "Indagatore dell'incubo" a paladino dei deboli e degli oppressi. Insomma mi è sembrato che quello stile unferground, horror e alternativo che rendevano affascinante il fumetto avesse lasciato il posto ad un irritante buonismo che con il personaggio non c'entrava una fava o comunque era in più. Magari è una mia paranoia, come dicono i "ggiovani", e magari se leggessero questo post gli autori mi lincerebbero, eppure io l'ho vissuta così.

Da allora qualche numero l'ho comprato, ma più per abitudine che per interesse e ho cercato di non lasciarmi sfuggire il nuovo corso voluto da Recchioni; sul quale ci sono i pro e i contro, come in tutte le cose, ma qui non ho voglia di parlarne.

E dopo 'sto pistolotto semi autobiografico, ribadisco che "Profondo nero" è stata una piacevole ed inattesa sorpresa. È un soggetto classico e la sceneggiatura, che Argento condivide con Piani, tiene bene per tutta la storia. Si vede secondo me il tocco di Argento nel modo in cui procede la narrazione e nei principali snodi della trama e soprattutto nelle sequenze senza dialoghi che sono molto più cinematografiche che fumettistiche.

Roi non è mai stato tra i miei disegnatori preferiti per quel modo troppo estetico di disegnare. Ma è forse il disegnatore più dark di Dyd e quello che si addice di più ad una storia come questa dal sapore d'antan.

Siamo forse di fronte ad una nascente e feconda collaborazione tra Argento e Dylan Dog?

Se i risultati sono questi...

Speriamo.

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