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martedì 7 agosto 2018

Sing - un buon cartone finalmente

Giorno 2 cartone 2.
Questo Sing mi è piaciuto e nessuna figlia ha avuto paura. Bella forza, non ci sono i cattivi e se ci sono, sono innocui.

I protagonisti sono un gruppo di aspiranti cantanti che vivendo una vita che non è la loro, non hanno ancora potuto realizzare il proprio desiderio più grande: cantare.

È un film per tutti. Ovviamente ci sono citazioni e rimandi che i più piccoli non possono capire (una su tutte l'assolo heavy netal di Marty McFly in Ritorno al futuro), però la storia è facilmente comprensibile da tutti.

Qual è il messaggio? Realizzare se stessi. Qui il cattivo o villain del film è solo la paura. Cioè l'emozione che impedisce ai protagonisti di diventare ciò che vogliono.
Mi sembra che sempre più il tema di fondo della moderna animazione americana sia questo: scoprire chi si è, a cosa si è destinati e riscattarsi da una vita insoddisfacente. Gli ultimi della Disney che ho visto hanno tutti in comune questo tema, basti pensare a Ralph Spaccatutto, Frozen e l'ultimo Oceania, dove è evidentissimo.

Riducendo la trama è questa: c'è un tipo/tipa che non sa chi è oppure vive senza aver espresso davvero propri talenti. Avviene un fatto, spesso fortuito che costringe il personaggio a fare i conti con la nuova realtà o che gli crea un problema. Il personaggio è in difficoltà. Il personaggio trova dentro di sé la chiave per risolvere il problema e contemporaneamente scopre di essere qualcosa di diverso da quello che era convinto di essere. In pratica realizza e definisce il vero sé.

L'autorealizzazione che passa dal riconoscimento e accettazione del vero sé è la chiave di lettura di questi lungometraggi animati.

In Sing la cosa è estesa a più personaggi, principali e comprimari ma la sostanza non cambia.

Comunque lo consiglio.
Fin

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