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giovedì 6 febbraio 2020

Perché Sanremo è Sanremo.

Ma perché hanno tolto la sigla storica?

Ho sempre amato il "Perché Sanremo è Sanremo". Lo trovo definitivo, senza possibilità di replica. Boh.

Polemiche e polemiche. Ma io quest'anno non le ho ascoltate e ho provato lo stesso a guardarlo. E tutte le volte mi torna in mente un articolo di Tommaso Labranca, non ricordo su quale rivista, in cui diceva, più o meno, che lui ci provava ogni anno ad evitare di guardare Sanremo ma che poi non ci  riusciva come se si trovasse di fronte ad un cobra incantatore.

Tommaso Labranca è purtroppo scomparso nel 2016.

...

Questo post è a metà.

L’ho iniziato diverse ore fa con l’intento di scrivere qualcosa di interessante su Labranca più che su Sanremo, ma non ne sono in grado probabilmente. Labranca me lo fece conoscere (da lettore) un mio professore di filosofia del liceo che un giorno si presentò in classe con il libretto “Andy Warhol era un coatto” edito da Castelvecchi. Ne rimasi affascinato e andai subito a comprare anche “Estasi del pecoreccio”, per concludere anni dopo l’ipotetica trilogia con “Chaltron Hescon”. Penso che sopratutto i primi due siano letture imprescindibili per chiunque voglia affrontare un minimo di critica letteraria o cinematografica. Al di là del gusto per la battuta, per l’ironia, ci sono delle intuizioni sapidissime.

Ma lasciamo stare. Sarebbe troppo lungo e bisognerebbe scriverne lungamente a parte.

Sanremo lo vedo sempre, ma a sprazzi, mai tutto. Mi piace vedere l’inizio e la fine. Quasi mai le serate nel mezzo. Sopratutto non sopporto quando perdono tempo con ospiti e interviste. Preferisco quando danno più spazio possibile alle canzoni. Gli ultimi due anni hanno fatto così. Quest’anno no.  Troppe pause, interruzioni che non c’azzeccano nulla con la musica.

Non possono iniziare con i big alle dieci. È devastante.

Comunque Sanremo è imprescindibile ed è giusto che sia così. È giusto l’eccesso, il clamore, il carrozzone e gli annessi e connessi. È un doveroso momento di celebrazione nazional-popolare di cui gli italiani hanno bisogno per rinsaldare l’unione e la condivisione di valori e tradizioni della comunità. 

Sanremo è risorgimentale quanto la nazionale di calcio. 





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